In teoria, i numeri per sfiduciare il sindaco Dipietro l’opposizione li ha. Con la fuoriuscita del Mpa e del gruppo di Alloro, separatosi da Italia Viva, l’amministrazione comunale conterebbe solo su 8 consiglieri contro i 16 di chi sta dall’altra parte della barricata.
ViviEnna ha intervistato il consigliere del Pd, Marco Greco, da poco eletto segretario regionale dei Giovani democratici
Parlare di sfiducia adesso è sicuramente prematuro, nel senso che la crisi politica si è concretizzata solo qualche giorno fa e ancora non sono stati esplicitati i motivi della rottura politica all’interno dell’amministrazione.
Certo, fossi il Sindaco prenderei atto della definitiva fine politica di un percorso amministrativo e della sostanziale impossibilità di amministrare la città senza una maggioranza in Consiglio e rimetterei io stesso il mandato, nell’esclusivo interesse della città ad avere un’amministrazione solida, ma questa è una mia personalissima considerazione.
E’ necessario, prima di ogni considerazione sul punto, che vengano chiariti in aula i motivi che hanno portato alle dimissioni di massa dei giorni scorsi.
Qualche minuto fa ho sentito il mio capogruppo, Salvatore Cappa, il quale mi ha comunicato che questa mattina è stato ufficialmente chiesto che vi sia un Consiglio Comunale con all’ordine del giorno il dibattito politico, affinché sia il Sindaco che i gruppi consiliari che hanno appena abbandonato la maggioranza chiariscano le proprie posizioni e le proprie intenzioni future.
Quando tutti avranno chiarito quanto sopra, sicuramente si potrà affrontare una discussione collettiva tra tutte le forze di opposizione sul futuro politico della città che in astratto potrebbe anche prevedere una mozione di sfiducia, ma prima di allora è prematuro parlare di un atto politico così importante e delicato.