Enna-Cronaca

Enna, chi dopo Dipietro? Ecco i primi nomi

Manca poco più di un anno alla scadenza del mandato elettivo per l’attuale sindaco di Enna Maurizio Dipietro e negli ambienti politici si comincia a parlare di liste e di coalizioni. Bocche cucite sui potenziali candidati alla carica di sindaco, non certo per evitarne la bruciatura, ma perché, obiettivamente, non emergono personalità dotate di riconosciuto valore aggiunto.

Ipotesi Gargaglione

Sul campo, i nominativi più appariscenti sono quelli impegnati nell’attuale arena politica. Quindi il Presidente del Consiglio comunale Paolo Gargaglione, che dovrà necessariamente tentare il salto di qualità per non rimanere ancora costipato negli angusti spazi di sala Euno.

Opzione Colianni

Francesco Colianni che sul tavolo delle trattative potrà mettere un’esperienza di vice-sindaco, un lusinghiero risultato elettorale avuto in occasione della competizione regionale e la coesione di un gruppo di consiglieri e assessori ancora in carica.

Il ruolo delle parlamentari

Stefania Marino ed Eliana Longi che, al netto delle incompatibilità con le rispettive cariche di deputato al Parlamento, stanno manifestando un’indubbia vivacità politica per il proprio territorio.

Le scelte per Enna

Tutto il testo è noia avrebbe canticchiato Franco Califano, soprattutto sul piano della progettualità. La “città universitaria”, che viene avvertita solo come un burocratico accordo tra l’università Kore e il Comune di Enna, non sta ricevendo quella linfa necessaria né dalla società politica né dalla società civile. I passi avanti che si sono fin qui registrati sono da accreditare ad iniziative dei singoli ed al loro buon cuore.

Ad Enna manca la capacità di re-immaginare il suo ruolo di capoluogo di provincia, partendo dalle virtù del policentrismo, immaginando le traiettorie dello sviluppo locale che vanno dall’elaborazione dell’identità di “città universitaria”, ai nuovi turismi, alla mobilità leggera, alla cura e all’inclusione. Ma soprattutto manca quella vitalità strategica che oggi, facendo leva anche sulle risorse del PNRR, non si limiti a mettere in sicurezza le infrastrutture civiche dimenticate dall’austerity, ma provi a ripensare il
proprio spazio di posizione in una logica di area vasta e di reti collaborative tra quelle città che, attraverso l’Unione dei Comuni “Area Interna di Troina”, hanno deciso di fare a ameno del capoluogo di provincia.

Massimo Greco

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Redazione