Settimana Santa, l’entrata di Gesù a… Calascibetta

Con la rievocazione dell’entrata di Gesù a Gerusalemme, nella giornata della Domenica delle Palme, sono entrati nel vivo, anche a Calascibetta, i riti della Settimana Santa.

U’ncuntru

Si concluderanno domenica prossima con il tradizionale “U’ncuntru”, ovvero l’incontro tra la Madonna e il Cristo Risorto, festa religiosa che ha come cornice piazza Umberto I. Questa mattina intanto ad impersonare Gesù è stato il piccolo Martino Saija, il quale, in groppa ad un asinello, attorniato dai Confrati della Madonna dell’Itria, a rappresentare i dodici apostoli, ha attraversato le principali vie del paese, per poi raggiungere la Regia Cappella Palatina. Una processione suggestiva, quella de “U Signuruzzu da rama aliva”. Un nobile ruolo, la figura di Gesù, che, sia il piccolo Martino, sia i genitori, mamma Mariella e papà Giovanni, difficilmente riusciranno a dimenticare. Forti emozioni, insomma, per l’intera famiglia.

I riti

Ripercorrendo i riti di Pasqua, si arriva al Venerdì Santo, con il fercolo della Madonna Addolorata e l’Urna che contiene il simulacro del Cristo Morto, che saranno portati in processione dai Cavalieri. L’Urna del Cristo è un’opera del maestro ebanista, Santino Rigatuso, che l’anno successivo la fine del Covid rimase in chiesa: senza cambio generazionale, tra i Cavalieri, lo sforzo era eccessivo, così si decise di adagiare su una portantina il Cristo che si trovava nella chiesa del Carmelo, con i Cavalieri, che, alternandosi quattro alla volta, lo portarono in processione. Già dallo scorso anno i problemi sono stati superati e la portantina ha lasciato nuovamente posto alla magnifica Urna in legno massiccio.

Telo rosso benedetto

Sempre venerdì prossimo, sarà benedetto e inaugurato il nuovo telo rosso che viene affisso, ogni anno, in cima alla torre civica (piazza Umberto I), simbolo del Venerdì Santo, insieme alla fiaccola che arde, da venerdì alla domenica di Pasqua, alla base della torre, quest’ultima per volontà dell’allora ex presidente della Regione Siciliana, lo xibetano Giuseppe D’Angelo.

Francesco Librizzi