La Regione non ha fornito risorse finanziarie sufficienti al Libero consorzio di Enna per garantire a 77 dipendenti stabilizzati 32 ore di lavoro come assicurate per tutto il 2023 e nei primi tre mesi di quest’anno. “Si sperava nel piano di riparto da parte dell’assessorato regionale agli Enti locali, che ha invece previsto, rispetto alla quota assegnata secondo i criteri del piano, solo una quota aggiuntiva sufficiente a coprire il prelievo forzoso” spiegano dal Libero consorzio di Enna.
I sindacati nel dichiarare lo stato di agitazione del personale non escludono di indire una giornata di sciopero. “Le organizzazioni sindacali Cgil Fp Cisl Fp e Uil Fpl – scrivono i segretari provinciali Alfredo Schilirò, Salvatore Parello e Giuseppe Adamo- esprimono grande preoccupazione per la decisione riferita ieri dalla commissaria straordinaria del Libero Consorzio Comunale di Enna, Carmen Madonia, di dovere sospendere l’elevazione oraria a partire già dal mese di aprile ai 77 dipendenti par time dell’Ente. Uno scenario che rischia di fare esplodere un problema sociale difficilmente governabile perché di difficile soluzione e che richiede uno sforzo politico del Governo regionale, dei rappresentanti del territorio e delle segreterie sindacali regionali per superare la crisi finanziaria dell’Ente”.
Secondo quanto sostengono dai sindacati questa scelta “non solo rischia di mettere in ginocchio l’Ente considerato che questi lavoratori coprono quasi il 50 per cento dell’organico complessivo ma che metterebbe in seria difficoltà economica 77 famiglie”.
Infatti, “la mancata elevazione li porterebbe infatti alla quota oraria precedente, a 18 e 24 ore contro le attuali 32 che in soldoni significa dimezzare lo stipendio. Visto il grave disagio sia per la tenuta dei servizi che per la dignità dei lavoratori le organizzazioni provvederanno da qui a breve ad indire una assemblea del personale invitando oltre al vertice politico e amministrativo dell’Ente il vice presidente dell’Ars, in rappresentanza del Governo, l’assemblea dei Sindaci, per individuare la soluzione che dovrà consentire all’Ente di storicizzare la quota necessaria per la elevazione oraria”.
La proposta è quella di modificare i requisiti del piano di riparto che così come ideati attribuiscono una quota parte insufficiente alla Provincia di Enna. A penalizzare la ripartizione è soprattutto il requisito del numero della popolazione amministrata che soffre un esodo senza precedenti dovuto alle difficili condizioni economiche e sociali delle aree interne.