E’ protesta a Enna dopo la comunicazione di Acquaenna di disporre il razionamento idrico, causato dalla decisione di Siciliacque di imporre una stretta per via della mancanza d’acqua nella diga Ancipa. Un disagio che interessa altri 15 Comuni e la zona industriale del Dittaino ma gli utenti sono inferociti per il disservizio, a fronte delle tariffe che vanno pagate.
Le interruzioni di acqua, comunque, sono frequenti per via di una condotta vetusta e nel corso di quest’ultimo anno sono stati tanti gli interventi, anche nel periodo più torrido dell’estate del 2023, da parte di Siciliacque per sistemare la rete.
Le comunità si sono “salvate”, come sempre, perché in ogni casa c’è uno o più boiler, che fungono da scorta. Con la siccità che non molla, la situazione in vista dell’estate prossima è drammatica e con le attuali condizioni della diga Ancipa l’acqua potrebbe rappresentare un vero problema.
Gli utenti ennesi, sui social, hanno manifestato tutto il loro disappunto, soprattutto sul costo, tra i più alti in Italia, a fronte di una erogazione razionata. “Ma per favore cambiate mestiere. Dobbiamo pagare l’acqua più cara d’Italia o l’aria dei tubi vuoti?” si legge in uno dei commenti alla notizia del razionamento idrico. “L’erogazione dell’acqua non è mai stata h24 , almeno dove abito io” scrive un altro residente, facendo emergere, con più consistenza, la situazione sul servizio idrico.
Nella primavera scorsa, il Centro studi Ircaf di Mantova presentò un rapporto sugli investimenti, qualità e tariffe idriche, secondo cui l’acqua costerebbe più ad Enna che a Milano. Una notizia ripresa anche da Il Sole 24 Ore. “Perché per esempio Milano, una delle città con un tasso di perdite dimezzato rispetto alla media nazionale, chiede alla famiglia tipo 214 euro all’anno, mentre a Enna con gli stessi consumi la cifra scritta in bolletta è di 663 euro” si legge nell’articolo del Sole 24 Ore.
Secondo quanto emerso, l’analisi dell’Ircaf “incrocia i livelli tariffari con gli standard di qualità tecnica (perdite, interruzioni eccetera) e contrattuale (tempi di risposta ai reclami, rimborsi e così via) del servizio misurati in base ai parametri che guidano la regolazione di Arera. E spesso gli indicatori seguono strade differenti”.