Se da un lato, Siciliacque ha annunciato la riduzione dei prelievi idrici dalla Diga Ancipa nella misura del 25 per cento, causa siccità, dall’altro, paradossalmente, si è assistito sino a qualche giorno fa, a Calascibetta, alla dispersione, durante le prime luci dell’alba, di migliaia di litri di acqua potabile,
fuoriuscita dal serbatoio ubicato in Via Giudea alta.
Così, in un periodo dove si parla di razionalizzare il prezioso liquido blu, nel comune xibetano l’acqua si è
sprecata lungo Via Nazionale, più volte la settimana, per circa un anno. Da oggi, il problema non dovrebbe più sussistere, così come comunicato da Acquaenna, la società che gestisce la distribuzione di acqua nell’Ennese.
L’architetto Salvina Noto, responsabile della Gestione reti di Acquaenna, spiega: “La regolazione
della porta d’acqua in ingresso al medesimo serbatoio è già stata effettuata da Siciliacque la scorsa settimana. Inoltre, l’ulteriore abbassamento delle portate idriche, per effetto della rimodulazione della fornitura proveniente dalla Diga Ancipa, scongiurerà ulteriori possibili fuoriuscite”.
Un lavoro, quello di regolare con esattezza i tempi necessari per riempire sino all’orlo la vasca, che andava
fatto diversi mesi prima. Sarebbe servito a evitare sprechi d’acqua ma anche l’indignazione degli xibetani, i quali hanno più volte detto: “Quasi ogni giorno si disperdono grandi quantitativi di acqua potabile che noi paghiamo a caro prezzo”.
La società Acquaenna compra il prezioso liquido da Siciliacque a 70 centesimi a metro cubo e lo rivende agli utenti, a volte, anche a oltre 3 euro al metro cubo. Per soddisfare le esigenze della comunità xibetana occorrono 7 litri di acqua al secondo, così con la crisi idrica alle porte gli sprechi non possono
essere più ammessi.
Francesco Librizzi