Sono arrivati di buon mattino ad Enna bassa i trattori che sono stati sistemati nei pressi del piazzale di via della Resistenza.
Gli agricoltori hanno deciso di far sentire la loro voce anche nel capoluogo dove vi sono le istituzioni governative, tra tutti il palazzo della Prefettura. Come previsto dagli accordi con le forze dell’ordine ed annunciati ieri dal Comune di Enna, due trattori si porteranno in piazza Garibaldi, percorrendo via Roma e via Chiaramonte.
Gli slogan degli agricoltori e degli allevatori ormai hanno fatto il giro d’Italia. Su uno dei trattori fermi ad Enna bassa c’è un cartellone in cui è indicato un messaggio ben chiaro: “State distruggendo il nostro futuro“, alludendo alle politiche europee che favoriscono le importazioni delle produzioni agricoli di paesi extracomunitari con costi di vendita bassissimi.
“In realtà – spiega un agricoltore ennese – in quel costo non viene praticamente calcolata la manodopera, il che è scorretto. Perché noi assumiamo, paghiamo le imposte e diamo lavoro, in quelle aziende i dipendenti praticamente sono sottopagati e non hanno alcuna tutela. Se è questo che si vuole tutelare, allora è meglio che chiudiamo e ce ne andiamo”.
I manifestanti hanno anche allestito dei gazebo per consentire alla comunità ennese di assaggiare le loro produzioni, fatte in “casa”. Un modo per svegliare le coscienze e soprattutto avere dalla loro parte il sostegno del territorio. Peraltro, la protesta siciliana più intransigente è certamente nell’Ennese, considerato che il Pil locale si basa sull’agricoltura.