E’ probabilmente figlia dell’odio sui social l’intimidazione al comandante della Polizia municipale di Calascibetta Piera Dello Spedale Venti, le cui due auto sono state date alle fiamme nella tarda serata di lunedì.
L’origine di questo messaggio, come del resto paventato dalla stessa vittima, risiederebbe nella raffica di multe per divieto di sosta comminate dei vigili urbani in occasione dei festeggiamenti del Carnevale dei bambini in piazza Umberto I. Sanzioni che, evidentemente, non sono andate giù a qualcuno come emerge nei commenti sui social in cui la stessa comandante della Polizia municipale viene definita “sceriffa”.
Incolpata, insomma, perché gli agenti che dirige hanno svolto il loro lavoro, cioè di multare coloro che hanno commesso delle infrazioni. Senza contare che mettere in doppia fila l’auto significare pregiudicare la libertà dei proprietari dei veicoli bloccati, impossibilitati ad uscire oltre che rischiare di creare danni irreparabili in caso di necessità di recarsi con urgenza in ospedale o in qualunque struttura sanitaria.
Naturalmente, questo non vuol che dire che qualcuno dei multati si sia “armato” di tanica di benzina ed accendino per dare alle fiamme le auto del comandante della Polizia municipale, di certo quei commenti sui social potrebbero aver alterato la mente debole di qualcuno che, fomentato da un irrazionale odio, avrebbe deciso di punire il capo dei vigili urbani di Calascibetta.
Una modalità folle, figlia dei tempi che stiamo vivendo, d’altra parte le cronache nazionali sono piene di notizie di avvertimenti ed intimidazioni connesse a vere campagne d’odio sui social. E prima del caso di Calascibetta c’è stato, nelle settimane scorse, quello ad Enna che ha visto come vittima il direttore di ViviEnna, il cui numero telefonico è stato gettato in pasto ai social.