E’ scontro nel Pd a seguito dell’elezione a segretario provinciale dei Giovani democratici di Marco Greco, consigliere comunale di Enna, al termine del congresso dei Gd che si è tenuto a San Cataldo.
A difesa nel neo segretario, si sono schierati i sette segretari delle federazioni provinciali dei Giovani Democratici della Sicilia che hanno preso posizione contro il parlamentare regionale siciliano del Pd, Tiziano Spada, ed il consigliere regionale della Lombardia, Paolo Lombardo, che hanno duramente contestato le modalità del congresso, puntando l’indice su presunte anomalie, in particolare sulle iscrizioni, finite poi sul tavolo della Commissione nazionale di garanzia del Pd. Quest’ultima, in una delibera precedente al congresso, aveva sollecitato l’esecuzione di alcune prescrizioni.
“Siamo sconcertati dall’indegno tentativo di sovvertire l’esito del congresso regionale dei Giovani democratici siciliani. Siamo basiti dalla decisione di quella sparuta minoranza di dirigenti e iscritti, che, dopo aver organizzato e partecipato alle proprie assemblee congressuali provinciali, oggi disconoscono il percorso congressuale. È un’evidente contraddizione il fatto che qualcuno di questi lamenti irregolarità ma si sia fatto eleggere nell’ambito di questo stesso percorso congressuale. Si tratta di una malcelata polemica strumentale” scrivono in una nota Davide Gallina, segretario provinciale GD Trapani; Federica Giarratano, segretaria provinciale GD Caltanissetta; Davide Conti, segretario provinciale GD Enna; Aurora Caggegi, segretaria provinciale GD Catania; Niccolò Monterosso, segretario provinciale GD Siracusa; Matteo Migliore, segretario provinciale GD Ragusa; Nicolò Di Marco, segretario provinciale GD Messina.
I sette segretari muovono un duro attacco a Spada e Romano. “È evidente la correlazione tra una decisione tanto contraddittoria – scrivono – e le dichiarazioni scomposte e diffamatorie del deputato regionale Tiziano Spada che- aggiungono – a 35 anni continua ancora ad interferire sulle vicende della Giovanile, lavorando sottotraccia prima per bloccare il congresso e poi per delegittimarlo e del consigliere regionale lombardo Paolo Romano”.
Tra coloro che hanno mosso delle accuse legate alla legittimità del congresso ci sono anche diversi iscritti di 7 federazioni dei Giovani democratici che hanno messo in rilievo le stesse contestazioni di Spada e Romano. “Troviamo inoltre strumentale la scelta comunicativa di firmare le critiche al congresso con “gli iscritti delle federazioni di”, fingendo di rappresentare intere federazioni che sono invece state unanimi sul percorso congressuale. Chiunque abbia partecipato ai nostri consessi, ha potuto constatare la partecipazione a questo percorso della stragrande maggioranza degli iscritti, nonché la scrupolosità degli adempimenti compiuti” concludono i 7 segretari.