Si è svolta al Tribunale di Enna, davanti dal Gup Michele Ravelli, l’udienza del processo a carico di Laura Di Dio, imputata dell’omicidio ai danni della suocera, Margani Margherita, avvenuto a Pietraperzia il 4 febbraio dello scorso anno.
La trentunenne di Pietraperzia, difesa dagli avvocati Antonio Impellizzeri e Salvatore Timpanaro, è accusata di aver pugnalato a morte la suocera, prima con un coltello da cucina e successivamente con una forbice all’altezza della gola.
L’udienza, secondo il calendario fissato dal GIP, è stata interamente dedicata all’arringa difensiva dell’avvocato Impellizzeri. Per oltre cinque ore, il difensore ha ripercorso la vicenda esistenziale dell’imputata Laura Di Dio, sostenendo come durante tutta la vita matrimoniale, sarebbe stata vittima di presunte persecuzioni della suocera. Peraltro, come fa sapere la difesa dell’imputata, è presentata una ulteriore perizia elaborata dalla dottoressa Picone che è entrata nel merito anche dei rapporti e delle dinamiche familiari tra l’imputata e la suocera.
Il legale, al termine della sua arringa, ha chiesto le attenuanti generiche e l’attenuante della provocazione per “accumulo”, puntando su una ulteriore attenuante sul presupposto che la Di Dio fosse vittima di veri e propri atti persecutori da parte della suocera.
Il pm, Michele Benintende, nel corso dell’udienza del 17 gennaio scorso, aveva chiesto per l’imputata la condanna a 18 anni di reclusione, ritenuta la diminuzione per la scelta del rito abbreviato e muovendo dalla pena base di anni 27, con prevalenza dell’aggravante del rapporto di affinità sulla seminfermità mentale che pure è stata riconosciuta. Va detto all’imputata è stato riconosciuto il vizio parziale di mente, sulla base della perizia del professor Antonino Petralia, in sede di incidente probatorio.
Il processo è stato, quindi, aggiornato all’udienza del 22 febbraio prossimo, nella quale è previsto l’intervento conclusivo dell’avvocato Salvatore Timpanaro, le eventuali repliche del Pm e delle parti civili, rappresentate dagli avvocati Giacomo Pillitteri, Giuseppe e Angelo Maria Tambè.