Il Comune di Valguarnera sull’orlo del dissesto finanziario? Potrebbe esserlo nel caso in cui il Consiglio Comunale ritenesse di non aderire alle procedure di risanamento richieste dal responsabile del settore
Economico -Finanziario e che dovranno passare dal voto d’Aula.
E’ stato infatti il responsabile di detto servizio a comunicare al commissario ad acta, che sollecitava l’approvazione del Conto consuntivo 2022 e del Bilancio preventivo 2023-2025 entro il 12 febbraio, di aver attivato, anche a seguito delle criticità rilevate dal Collegio dei Revisori, l’adesione alla procedura di risanamento prevista dall’art. 243 bis del D.L.gs n. 267/2000; procedura di risanamento che potrà essere discussa e deliberata dal Consiglio Comunale, solo dopo che la Giunta o il Commissario ad acta trasmetteranno all’Aula gli schemi di Bilancio.
Gravi e pesanti comunque le ripercussioni che potrebbe avere l’Ente, nel caso in cui il Consiglio dovesse approvare i due documenti contabili seguendo l’iter dell’art. 243 bis. Significherebbe, in pratica, entrare in regime di amministrazione controllata. Ma cosa prevede l’art. 243 bis del decreto legislativo
267/2000? Prevede che:” I comuni e le province per i quali sussistano squilibri strutturali del bilancio in grado di provocare il dissesto finanziario, nel caso in cui le misure di cui agli articoli 193 e 194 non
siano sufficienti a superare le condizioni di squilibrio rilevate, possono ricorrere con deliberazione consiliare alla procedura di riequilibrio finanziario pluriennale. Il consiglio dell’ente locale, entro il termine
perentorio di novanta giorni dalla data di esecutività della delibera di cui al comma 1, delibera un piano di riequilibrio finanziario pluriennale di durata compresa tra quattro e venti anni, compreso quello in corso, corredato del parere dell’organo di revisione economico-finanziario. Il piano di riequilibrio finanziario pluriennale deve tenere conto di tutte le misure necessarie a superare le condizioni di squilibrio rilevate” .
Le misure previste, qualora adottate, nella generalità sono dovute al mancato rispetto degli obiettivi posti con il patto di stabilità interna; all’eventuale disavanzo di amministrazione risultante dall’ultimo rendiconto approvato, ai debiti fuori bilancio e a molto altro. Per tutto ciò, qualora scattasse tale procedura, “l’organo consiliare dovrebbe individuare tutte le misure necessarie per ripristinare l’equilibrio strutturale del bilancio per il ripiano del disavanzo di amministrazione accertato e per il finanziamento dei debiti fuori bilancio”. Insomma tanta roba, che il Consiglio comunale potrebbe trovarsi a valutare. Ma…c’è un però, non sarà facile e semplice uscire dall’impasse senza una distensione nei rapporti politici
tra maggioranza ed opposizione, considerato che il pallino è oggi in mano di quest’ultima.
Rino Caltagirone