Mentre in parecchi Comuni della Provincia sono tanti i partiti politici che si stanno rigenerando ed organizzando, a Valguarnera tutto langue. E una delle anomalie più palesi è che la gestione della “cosa pubblica” viene esercitata in un unico contesto, in Aula consiliare o addirittura sui social, strumento quest’ultimo che negli anni è diventato, ad avviso di tanti, una esplicita negazione della Politica, con “uniche voci” che dispensano “verità assolute”, senza alcun contradditorio.
E sono anche in tanti ad essere convinti che oggi l’unico strumento democratico che lega il cittadino alla politica è rappresentato dai partiti. Quelli che mancano a Valguarnera. L’assetto istituzionale locale è composto da 17 elementi: il sindaco, 4 assessori e 12 consiglieri comunali; di questi solo quattro sono le figure che parlano a nome di un partito. Gli altri 13 non appartengono ad alcuno di essi, sono figli di liste civiche e si ispirano esclusivamente ai loro principi.
Per quanto riguarda l’amministrazione comunale sono solo in due che fanno capo ad un partito: il vicesindaco Gianluca Arena e l’assessore Carmelo Auzzino di Fratelli d’Italia, col primo coordinatore; in Consiglio comunale invece, Giuseppe Speranza rappresenta il Partito Democratico, Filippa Greco la Democrazia Cristiana, per il resto il nulla più assoluto. La sindaca Draià, dopo l’esperienza col PD prima, con l’UDC dopo e con Nord Sud dopo ancora, oggi non ha alcun partito alle spalle, così come i consiglieri Filippa D’Angelo uscita recentemente dall’UDC e Angelo Bruno tempo addietro dal PD.
Tanto che tutti gli attuali attori istituzionali, sia nel 2010 che nel 2015, sono stati eletti in due contrapposte liste civiche, costituitesi dopo in maggioranza ed opposizione. E’ noto a tutti che l’appartenenza
partitica o meno non è affatto un obbligo, ognuno può esercitare la funzione politica come meglio crede, tuttavia gli eletti in liste civiche avranno difficoltà a dire di essere rappresentanti di una “democrazia
partecipata” che parte dal basso e si riverbera nelle istituzioni.
I partiti a Valguarnera tuttavia si appalesano come d’incanto, con l’apertura temporanea di sezioni, in occasione di importanti elezioni politiche o regionali, poi tutto ritorna come prima. Ma la mancanza di essi, anche se sono in tanti a disconoscerlo è tanta, in particolare a coloro che oggi hanno ancora tanta voglia di fare politica. Mancano quei luoghi di formazione ove si parla e si discute anche animatamente di problemi quotidiani locali e nazionali, ove si prendono decisioni comuni e si formano le classi politiche.
Di questi, a Valguarnera l’unico che si sta dando una organizzazione sia in campo provinciale che locale, almeno sino ad oggi, è la nuova DC di Totò Cuffaro che sta aprendo sezioni quasi in tutti i Comuni della Provincia e che nei giorni scorsi ha nominato per Valguarnera Salvo Indovino nuovo commissario locale. Per il resto, il PD che in paese è stato sempre il partito più organizzato, da tempo pare si siano perse le tracce, visto che allo stato attuale non esiste alcun direttivo politico se non un solo rappresentante in Consiglio Comunale.
Anche in Fratelli d’Italia che recentemente ha aperto una sezione, sono in molti i simpatizzanti che aspettano una più concreta attività di partito. C’è insomma, in tutti gli schieramenti, una voglia di fare politica seriamente. Tutto ciò in considerazione del fatto che nel tempo le liste civiche hanno portato in dote si, un vasto contenitore di voti, ma hanno tuttavia condotto al populismo e alla confusione dei ruoli. Frutto questo, a nostro avviso, di impoverimento politico che nel tempo ha fatti danni, tanto che è diventato perfino difficile trovare candidati validi e preparati per una nuova classe politica e dirigente.
Rino Caltagirone