Ex sindaco sotto attacco, “salvai Valguarnera dal crack”

L’ex sindaco di Valguarnera Sebo Leanza in carica dal 2010 al 2015, chiamato in causa, risponde alle numerose critiche che gli piovono dai banchi di maggioranza del Consiglio e dalle stesse istituzioni comunali per il suo “salva Valguarnera” che tanto stupore destò allora, ma resosi necessario- a suo dire- per evitare il dissesto finanziario.

L’aumento delle addizionali

Quell’operazione portò all’aumento massimo delle addizionali comunali Irpef ed IMU. Per la maggioranza attuale gli effetti di quell’operazione sono ancora oggi nefasti e deleteri per le casse comunali e per le sorti dell’Ente. Ma per l’ex sindaco invece quell’operazione fu necessaria a causa della crisi finanziaria che in quel momento attanagliava l’Ente, a causa della precedente gestione, per i minori trasferimenti dallo Stato (Governo Monti- anno 2012 e per tanto altro) e risponde a chi lo critica ancora oggi che “la
questione nel tempo è stata sempre strumentalizzata da chi, in mala fede, ha ritenuto di trarne vantaggi elettorali”.

La contrazione delle spese

Leanza scende poi nel dettaglio ed afferma che la sua amministrazione è stata quella che per evitare il dissesto finanziario fu costretta a ridurre le spese non obbligatorie al fine di mantenere gli equilibri di bilancio. Per tutto ciò fu necessario un aumento dell’imposizione fiscale (IMU e IRPEF) e l’annullamento di atto deliberativo, votato precedentemente dal Consiglio Comunale per un costo di € 142.566,40 per la gestione dei rifiuti a carico del Bilancio dell’Ente.

I costi della politica

“Per consentire la graduale diminuzione delle tariffe, successivamente all’anno 2012- spiega Leanza- fu proposta la riduzione del 30% del costo della politica (indennità degli Amministratori, Presidente del Consiglio e Consiglieri Comunali), la riduzione del 10% delle indennità al Segretario Comunale, ai funzionari ed alcuni dipendenti comunali, l’attivazione di misure tendenti al recupero dell’elusione ed evasione di imposte e tasse e l’implementazione delle attività edilizie, al fine di produrre nuove entrate derivanti dalle nuove costruzioni.”

Gli altri guai del Comune

Leanza inoltre rileva che in quel periodo ci fu una carenza nell’organizzazione dei servizi, una forte sofferenza nella contabilità dell’Ente, un elevato contenzioso (700 mila euro circa) da coprire come debiti fuori bilancio, un contributo di un milione di euro utilizzato per altre finalità comunali, da coprire. Ma non finisce qui perché “fu necessario riorganizzare i servizi municipali ed il costo del personale, con settori che risultavano privi di responsabili, riuscendo nel breve periodo ad individuarli nel Settore Tecnico, Ragioneria e Solidarietà Sociale, razionalizzando così i servizi, con notevole diminuzione di
spesa.”

La Spending review

In merito ai minori trasferimenti del Governo centrale dice: che “nonostante la significativa riduzione siamo riusciti a mantenere gli equilibri di bilancio ponendo in essere adeguate misure correttive;
evitando spese voluttuarie, recuperando somme da evasione ed elusione di tasse; riducendo il contenzioso con privati, revocando la gestione di servizi delegati a terzi per gestirli con risorse umane interne, implementando l’attività edilizia con conseguenti incassi del costo di costruzione e vendita di suolo cimiteriale, con l’ampliamento del cimitero ha prodotto circa un milione di euro di investimenti
privati, producendo vantaggio per l’occupazione e l’economia locale. Appare del tutto evidente- conclude Leanza- che avere messo in sicurezza i conti del Comune ha consentito ai successivi amministratori di affrontare con minore difficoltà l’azione amministrativa. Un buon amministratore deve pensare al domani e chi viene dopo deve avere rispetto per chi ha operato al fine di dare risposte concrete ai bisogni individuali e collettivi della comunità.”


Rino Caltagirone