Sono in crisi nera le imprese dell’agroalimentare che, stando a quanto sostenuto dalla Coldiretti, avrebbe bisogno di maggiori fondi dal Pnrr per risollevarsi. Uno dei nodi è rappresentato dai bassi prezzi alla produzione che non basterebbero a pagare i costi di produzione con il rischio dell’abbandono di interi territori.
Un problema, quest’ultimo, che l’Ennese vive sulla pelle: i numeri dell’abbandono dalla zone rurali per spostarsi nelle città o nelle aree metropolitane sono impressionanti e se l’economia agricola non tira abbastanza gli effetti del fenomeno rischiano di ingigantirsi.
“In questo contesto – spiega la Coldiretti – è importante nel Pnrr l’aumento dei fondi per l’agroalimentare destinati agli accordi nella filiera per salvare la spesa delle famiglie italiane e sostenere l’approvvigionamento alimentare del Paese. Un’occasione unica, che non va sprecata per crescere e garantire una più equa distribuzione del valore lungo la filiera, dal produttore al consumatore”.
La Regione nella recente Finanziaria ha messo sul tavolo fondi ma per tutto il comparto agricolo. Venticinque milioni in due anni di aiuti diretti in favore dei vitivinicoltori per i danni causati dalla peronospora e sette milioni di euro per sostenere il comparto agrumicolo attraverso l’acquisto di arance da trasformare in succhi e conserve da distribuire per scopi umanitari e di solidarietà sociale.
Via libera anche a risorse per sei milioni di euro destinate ai Consorzi di bonifica per consentire il rafforzamento dell’organico per i servizi irrigui e di manutenzione del territorio, mediante il turn-over e l’incremento delle giornate lavorative; 500 mila euro in più nelle casse dell’Irvo, unico ente pubblico certificatore d’Italia che amplia la sua gamma di azione alla promozione, alla ricerca e alla certificazione di qualità a tutte le produzioni agroalimentari siciliane. Disco verde anche alla norma che consentirà all’Esa di realizzare, anche in convenzione con Comuni, ex Province o altri enti, interventi sulla viabilità rurale e intercomunale.
La crisi dell’alimentare è spalmata su vari fronti, tra cui sulla carne delle famiglie. Secondo la proiezione annuale della Coldiretti su dati Istat relativi al commercio al dettaglio nei primi undici mesi rispetto allo stesso periodo del 2022.Coldiretti nel 2023 sono stati spesi dai consumatori circa 9 miliardi in più per mangiare meno a causa del caro prezzi hanno dovuto tagliare del 3,9% le quantità di cibi e bevande acquistate.
Se in testa alla classifica delle strategie salva carrello c’è il ricorso – sottolinea Coldiretti – a sconti e promozioni, al secondo posto si piazza il taglio degli sprechi, con una maggiore sensibilità verso la riduzione del cibo che finisce nella pattumiera con effetti economici ed ambientali, anche attraverso l’utilizzo delle ricette del giorno dopo, con la cucina degli avanzi e il ricorso alla doggy bag al ristorante che quasi un italiano su 2 (49%) è pronto a chiedere.