L’autopsia su Alessandro Salvaggio, il 49enne di Barrafranca morto nel carcere di Viterbo dove era detenuto per scontare una condanna, ha solo confermato il decesso per omicidio.
Ma, secondo alcune indiscrezioni raccolte da ViviEnna, le modalità del delitto, per cui è indagato il compagno di cella dell’uomo, un bulgaro di 22 anni, sarebbero diverse dalla prima ricostruzione degli inquirenti.
Nelle ore successive all’assassinio, è stato riferito che prima vi sarebbe stata una lite tra l’indagato e Salvaggio e poi l’aggressione ai danni del 49enne, afferrato al collo e poi soffocato.
A quanto pare, questa dinamica non avrebbe retto all’esame del medico legale della Procura di Viterbo: la relazione del perito sarà consegnata, oltre che ai magistrati, anche al consulente di parte della famiglia Salvaggio, nominato dall’avvocato Giacomo Pillitteri.
Insomma, non vi sarebbe stata alcuna lite tra i due, per cui aleggia un mistero su quanto accaduto in quella cella, dove vi sarebbero stati soli i protagonisti di questa tragedia ma, a questo punto, certezze non ve ne sono nemmeno in questo ambito.
Inoltre, sul corpo senza vita del 49enne non vi sarebbero segni o lesioni causate da armi da taglio. Non è escluso che Salvaggio possa essere stato ucciso mentre riposava: dettagli che emergeranno nelle prossime ore. In ogni caso, gli elementi raccolti avrebbero confermato la presunte responsabilità del compagno di cella dell’uomo.