All’indomani della segnalazione fatta alle competenti autorità dall’Associazione “SiciliaAntica” sul presunto ritrovamento di un muro di probabile età romana-medievale che si trova appena sotto l’ingresso dell’ex albergo Sicilia, molti si sono chiesti cosa fosse tale associazione, quali fossero i suoi scopi sociali e che tipo di considerazione il nostro ordinamento le riserva.
Dalla lettura dello statuto, facilmente reperibile sul web, “SiciliAntica” è, per espressa previsione, un’ associazione di volontariato che opera per la ricerca, lo studio, la conoscenza, la tutela, la valorizzazione e la fruizione dei beni culturali, considerati nella molteplicità dei loro aspetti.
Svolge azioni finalizzate al coinvolgimento dell’opinione pubblica, affinchè si sviluppi la consapevolezza della funzione culturale della memoria storica dell’uomo. Promuove, pertanto, la partecipazione dei cittadini ad una migliore gestione dei beni culturali e ambientali e ad una modifica dei comportamenti individuali e collettivi.
Il nostro ordinamento, nel riconoscere i diritti dell’uomo organizzato in formazioni sociali, ne incentiva l’autonoma iniziativa per lo svolgimento di attività di interesse generale sulla base del costituzionalizzato principio di sussidiarietà. In forza di tale principio, la nuova società civile che si organizza attraverso le varie forme associazionistiche, per la peculiare posizione esponenziale nell’ambito delle rispettive
categorie e per le funzioni di autogoverno delle categorie stesse ad essi attribuite, è legittimata ad intervenire sulle questioni che riguardano i rispettivi ambiti d’interesse.
In tale contesto ordinamentale, in cui alle categorie dei più noti interessi pubblici e privati si aggiunge quella degli interessi collettivi ovvero super individuali, l’apporto di questa tipologia associativa di cittadini nell’ambito di un eventuale dibattito pubblico andrebbe valorizzato non solo in termini di mera collaborazione nell’adozione dei provvedimenti che incidano direttamente sulla loro sfera giuridica, ma anche ai più generali fini dell’eventuale esercizio della correlata funzione amministrativa, per renderla più adeguata rispetto agli interessi pubblici perseguiti. Basterebbe in questa fase evidenziare che alcuni noti studiosi si sono spinti nell’affermare che tra le cause del mancato sviluppo del nostro mezzogiorno, vi è anche l’assenza di tradizioni civiche.
Massimo Greco