Dai mercatini natalizi, situati in piazza Umberto I, al Presepe Vivente, così Calascibetta assapora la tradizione natalizia. “Suggestivo” è stato l’aggettivo più usato da coloro che ieri hanno visitato il “Presepe Vivente”, organizzato dalla Pro Loco e finanziato dall’amministrazione comunale. Per ripercorrere i momenti dell’evento che ha segnato la storia dell’umanità ci sono volute intere giornate di lavoro. Tanti sacrifici da parte degli organizzatori, alla fine ricambiati.
Sono stati, infatti, oltre milletrecento, nella prima giornata di ieri, le persone che hanno visitato il Presepe, molte delle quali venute non solo da paesi limitrofi ma anche dalle province di Catania e Messina. E stasera (mercoledì 27) si replica a partire dalle ore 18. Le scenografie del Presepe sono state cambiate rispetto allo scorso anno in modo da renderlo più suggestivo.
L’itinerario è più lungo, l’ingresso al Presepe avviene da via Annunziata, nei pressi della piazza Umberto I, fulcro di Calascibetta, e dopo aver attraversato alcuni angoli del paese si giunge in via Carcere, cuore del Presepe, un magnifico ambiente rupestre decantato dal famoso poeta e viaggiatore tedesco Johann Wolfgang Goethe. Le grotte che caratterizzano la zona, vecchie di centinaia di anni, durante il
periodo natalizio ritornano a brulicare. Mestieri oramai scomparsi o che stanno scomparendo sono tornati a nuova vita. Diverse decine di figuranti che, indossando costumi tradizionali, danno vita a delle scenografie viventi, riportando le lancette del tempo indietro di oltre duemila anni.
Caratteristico l’angolo riservato alla Natività, con Mario Leonardo nel ruolo di San Giuseppe e Oriana Bruno in quello della Madonna, mentre ad interpretare Gesù, parte “prestigiosa” del Presepe, è stato il piccolo Anthony Mancuso Tradenta, appena sei mesi. Anche quest’anno, in molti, l’hanno definito il Presepe dell’integrazione. L’evento, infatti, oltre a coinvolgere diverse famiglie xibetane, ha visto, come figuranti, la presenza di coloro che fanno parte del Sistema di accoglienza e integrazione, l’ex Sprar, bene integrati nel centro xibetano. A dimostrazione che Calascibetta, in passato abbracciando la
comunità rumena e da qualche anno coloro che fuggono non solo da diversi paesi dell’Africa, si mostra paese inclusivo, vicino alle sofferenze di chi, in qualche modo, è in credito dalla vita.
Francesco Librizzi