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Cattura Ruisi, moglie e figlio pedinati per sapere suo nascondiglio

Emergono altri particolari sulle indagini che hanno consentito alla polizia ed ai carabinieri di individuare Guglielmo Ruisi, l’imprenditore 51enne di Valguarnera accusato di omicidio e catturato il 23 dicembre in un residence a Catania dopo oltre due mesi di latitanza.

Moglie e figlio pedinati

Gli inquirenti, coordinati dai magistrati della Procura di Enna, hanno messo sotto osservazione i familiari dell’indagato: in particolare, la moglie ed il figlio, al momento non indagati, che, secondo la tesi dell’accusa, avrebbero agevolato la latitanza.

Spostamenti verso Catania

Il pm della Procura di Enna, Massimiliano Muscio, nel corso della conferenza stampa nelle ore successive all’arresto dell’imprenditore di 51 anni, ha spiegato di alcuni “spostamenti inusuali” dei due familiari del presunto assassino sia nel territorio ennese sia verso Catania.

Il piano

E proprio da questi movimenti che è iniziato l’avvicinamento delle forze dell’ordine a Ruisi, il quale, da solo, non avrebbe mai potuto scampare alla cattura.

I magistrati ennesi sono certi che Ruisi avesse pianificato la fuga, a testimoniarlo, nella tesi dei pm, ci sarebbero alcuni elementi: il ritrovamento del suo cellulare a casa allo scopo di non essere tracciato, secondo quanto emerge nella prospettazione dell’accusa, ed ancora il possesso, da parte dei parenti del 51enne, di telefoni di vecchia generazione, usando schede intestate a stranieri.

Gli intrecci

Modalità che persone distanti da certi ambienti non hanno nelle corde, così come trovare un nascondiglio così protetto che, in passato, come riferito dalle forze dell’ordine, era stato usato dalla mafia catanese per nascondere dei loro affiliati ricercati.

Come sia stato possibile per Ruisi organizzare tutto è un vero rebus ma per gli inquirenti ci sarebbe un tassello in questo mosaico. A svelarlo, è stato il questore di Enna, Corrado Basile, che ha fatto cenno ad un possibile coinvolgimento di un altro parente dell’imprenditore, con un passato turbolento e soprattutto con conoscenze negli ambienti criminali.

L’interrogatorio

Domani, Guglielmo Ruisi, recluso nel carcere di Catania, a piazza Lanza, si sottoporrà all’interrogatorio davanti al gip di Catania: in questa occasione, avrà la possibilità di chiarire la sua posizione e difendersi dalle accuse dei magistrati, che lo indicano come il presunto assassino di Salvatore Scammacca e responsabile della morte di una anziana Nunzia Arena, travolta accidentalmente dall’auto di Scammacca.

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Gaetano Scariolo