“Non abbiamo segnali preoccupanti sul Covid, in ogni caso, se la situazione epidemiologica dovesse essere preoccupante saremo in grado di riattivare tutti i protocolli previsti”. Lo afferma a ViviEnna il commissario straordinario dell’Asp di Enna, Francesco Iudica in merito ai contagi da Covid che, come in Sicilia, sono i più bassi in Italia.
Secondo quanto emerge nel report settimanale di monitoraggio di ministero della Salute e Iss, l’incidenza più elevata è stata riportata nella regione Lazio (148 casi per 100.000 abitanti) e la più bassa in Sicilia (2 casi per 100.000 abitanti). L’indice Rt scende a 0,80, contro 0,97 della settimana scorsa.
Torna a calare l’incidenza di contagi Covid in Italia, dopo 5 settimane di crescita: i nuovi casi nel periodo 7-13 dicembre sono stati 55.542, con un’incidenza di 94 casi per centomila abitanti, contro i 101 per centomila della settimana precedente, un calo del 6,9%. Ancora in crescita, però, i ricoveri ordinari e le terapie intensive occupate: i primi sono 7.426, l’11,9% del totale (era il 10,7% la settimana scosta), le seconde sono 240, il 2,7% (era il 2,5%).
Il dato sulle vaccinazioni da Covid è molto basso nell’Ennese. “Non abbiamo hub vaccinali perché al momento la vaccinazione da Covid è sommabile a quella legate alla normale influenza” spiega il commissario dell’Asp di Enna.
I vaccini sono salvavita per gli over 65 che hanno più paura di ammalarsi che di vaccinarsi. Con l’imminente arrivo tra Natale e inizio anno del picco di influenza stagionale e il rialzo dei decessi per Covid, tutti a carico degli over 80, è necessario, ora più che mai, mettere in campo tutte le forze e le strategie possibili per aumentare le coperture vaccinali tra gli anziani. È l’appello che arriva dagli esperti della Società Italiana di Gerontologia e Geriatria (Sigg), in occasione dell’apertura del Congresso nazionale in corso a Firenze, che all’invito a vaccinarsi, aggiungono anche quello di farlo per più vaccini insieme nella stessa seduta.
I ricercatori hanno confrontato il numero di decessi degli over 65 con le coperture vaccinali registrate in 103 province e 110 città metropolitane di 14 regioni, durante 17 stagioni consecutive dal 2003 al 2019. Attraverso un sofisticato modello matematico, aggiustato per variabili sia cliniche che sociodemografiche e ambientali, hanno dimostrato che a fronte dell’aumento dell’1% della copertura vaccinale si ha una riduzione dello 0.6% delle morti legate all’influenza.
“Si tratta di un risultato particolarmente importante – sottolinea Andrea Ungar, presidente Sigg e ordinario di Geriatria all’Università di Firenze -. Poiché in Italia muoiono ogni anno oltre 9000 persone a causa dell’influenza e della polmonite a essa associata, il dato significa che ogni punto percentuale in più della copertura vaccinale può salvare quasi 60 persone e, raggiungendo dal 56,8% il tasso minimo di copertura vaccinale del 75%, si potrebbero risparmiare 1500 vite ogni anno. Tutto questo indica che la longevità è un traguardo che si raggiunge anche grazie al contributo delle vaccinazioni.