“Refettorio alla Pavone”, in 100 a protestare contro il Comune

Alla manifestazione di protesta nei confronti dell’Amministrazione comunale, per chiedere un refettorio presso il plesso “Angelo Pavone” ove poter tranquillamente consumare i pasti, hanno partecipato complessivamente un centinaio tra alunni e genitori. Una manifestazione abbastanza composta durante la quale i partecipanti con toni fermi ma civili, hanno chiesto al governo cittadino di poter usufruire dei locali che si trovano al piano terra della nuova struttura.

Istituzioni assenti

Dei rappresentanti istituzionali però neanche l’ombra. “I nostri ragazzi del tempo prolungato- ha detto una mamma- stanno seduti nelle aule dalle 8- 9 ore al giorno. Lì oltre a seguire le lezioni giornaliere sono costretti pure a consumare i pasti, tra libri, quaderni e penne. Ritengo che sia una cosa fuori dal mondo, considerato che trattasi di un edificio ricostruito di sana pianta e che gode di locali che si prestano bene per il refettorio.” Ma da quel che emerge però, l’’orientamento dell’amministrazione è di tutt’altro tenore,
considerato che in quei locali si vorrebbe far nascere la nuova biblioteca comunale. Ma genitori e alunni in tal senso non ci sentono ed hanno espresso un chiaro no.

“Prima di tutto ha detto un’altra mamma viene il diritto ad avere una mensa scolastica in locali decenti
che si prestano a tale funzione, anche dal punto di vista igienico, poi viene tutto il resto”. Della scomoda situazione in cui si trovano gli alunni se ne parla da diverso tempo, a nulla sino ad oggi sono valsi gli
appelli del dirigente scolastico, dei genitori e del presidente del consiglio d’istituto Gianluca Camizzi. “Da quel che mi risulta -afferma Camizzi- nel febbraio scorso il nostro dirigente scolastico ha inviato
una lettera all’amministrazione comunale con la quale si chiedeva che quei locali venissero adibiti a refettorio; nel maggio scorso, a seguito di un’assemblea di istituto sul tema, abbiamo reiterato alla
sindaca la stessa richiesta, inviandole il verbale, senza aver ricevuto alcuna risposta. Spero che la civile manifestazione di oggi serva a qualcosa, perché noi non ci fermeremo”.
Rino Caltagirone