Mafia, appello del processo Ultra, le condanne e gli sconti di pena

Si e’ concluso il processo di secondo grado scaturito dall’operazione antimafia “Ultra”, della Dda di Caltanissetta.

Non luogo a procedere per boss

Non luogo a procedere per morte del reo, nei confronti di Raffaele Bevilacqua, lo storico boss di Enna deceduto lo scorso maggio all’ospedale San Paolo di Milano, dove era stato ricoverato mentre era detenuto al 41 bis.

Sconti di condanna

Sconti di pena per effetto del concordato e altre lievi riduzioni, mentre per 7 imputati, tra cui la figlia di Raffaele Bevilacqua, Maria Concetta, i ricorsi sono stati respinti. L’operazione era scaturita dalle indagini sul tentativo di Raffaele Bevilacqua di riorganizzare la cosca e le sue attivita’ illegali, mentre si trovava agli arresti domiciliari che aveva ottenuto per motivi di salute.

Ricorsi respinti per 7

Per gli imputati ci sono stati sconti di pena per effetto del concordato e altre lievi riduzioni, mentre per 7 imputati, tra cui la figlia di Raffaele Bevilacqua, Maria Concetta, avvocato come il padre, i ricorsi sono stati respinti.

I beneficiari degli sconti

Ad accedere al concordato Mario Russo, che da 11 anni passa a 7 anni 4 mesi e 28 mila euro di multa; Giovanni e Antonio Sentina e Andrea Tropea, da dieci anni e otto mesi a 7 anni e 26 mila euro di multa; Sebastiano Tasco da undici anni e quattro mesi a 8 anni e 6 mesi; Antonino Greco da nove anni e quattro mesi e trentadue mila euro di multa e 6 anni 6 mesi e 24 mila euro di multa.

Le conferme

I giudici della seconda sezione penale della Corte d’appello di Caltanissetta, hanno respinto i ricorsi, confermando le condanne di primo grado, per Maria Concetta Bevilacqua, 10 anni e 10 mila euro di multa; Salvatore Strazzanti, 20 anni; Angelo Tummino, 6 anni; Michele Mannuccia, 9 anni 4 mesi; Maria Barbara Cangemi, 4 anni 8 mesi; Carmelo Scilio, 8 anni 8 mesi 32 mila euro di multa; Davide Cardinale, 6 anni 20 mila euro di multa. I sette sono stati condannati, anche, al pagamento delle spese processuali.

Condanna per boss

Per il boss Giovanni Monachino, uno dei capi del clan di Pietraperzia, ritenuto uno dei referenti provinciali di Cosa Nostra, è stata confermata la condanna di primo grado a 20 anni di reclusione; confermati 20 anni per Salvatore Privitelli e Andrea Ferreri. Per Giuseppe Trubia, da undici anni e quattro mesi si è passati a 10 anni 8 mesi. Sconto di pena per effetto dell’esclusione dell’aggravante per Flavio Alberto Bevilacqua, figlio anche lui di Raffaele, da sedici anni a 12 anni 9 mesi e 10 giorni; per Agatino Maximilian Fiorenza, da otto anni e otto mesi a 7 anni 8 mesi; per Gaetano Coppola, per Gaetano Coppola, da nove anni e quattro mesi a 8 anni 8 mesi 32 mila euro di multa; per Salvatore Centonze, da sei anni a quattro anni e 13.350 euro di multa; per Domenico Cardinale, da sei anni a cinque anni 14 mila euro di multa; per Filippo Milano, da undici anni e quattro mesi a 10 anni 20 giorni. Non doversi procedere per morte anche per Anna Scornavacca. L’operazione aveva fatto il focus sul tentativo di Raffaele Bevilacqua, mentre si trovava agli arresti domiciliari che aveva ottenuto per motivi di salute, di riorganizzare la cosca e le sue attività illegali.