Come un consumato superlatitante, sembra essere sparito Guglielmo Ruisi, il 51enne imprenditore edile, accusato dell’omicidio di Salvatore Roberto Scammacca, 47 anni, ucciso a Valguarnera il 10 ottobre a colpi di pistola, e della morte di Nunzia Arena, la donna di 85 anni travolta accidentalmente dalla macchina del 47enne.
Sono ormai 20 giorni che gli inquirenti, polizia e carabinieri, gli danno la caccia ma nonostante gli sforzi ed i controlli, anche nei luoghi più impervi, il 51enne è ancora a piede libero e dalle informazioni in possesso agli investigatori è ancora armato. Con se avrebbe la stessa pistola usata nell’assassinio di Scammacca, per cui potenzialmente è una persona pericolosa.
Sarà anche per questo che la questura di Enna, nelle settimane scorse, ha disposto delle ordinanze, finalizzate a potenziare il controllo e la sorveglianza a Valguarnera dove ci sono ancora le famiglie coinvolte in questo delitto, i cui rapporti, già prima dell’omicidio, sarebbero stati tesi.
Nel provvedimento della Procura di Enna, relativo all’avviso accertamenti tecnici non ripetibili, cioè le autopsie sulle salme delle due vittime, emerge il movente del delitto: una forte contrapposizione tra Scammacca, Guglielmo Ruisi ed il figlio di quest’ultimo, con cui la vittima, qualche giorno prima, avrebbe avuto uno screzio.
Il problema, però, è capire dove si sarebbe nascosto l’imprenditore edile. Su questo aspetto, naturalmente, gli inquirenti si sono trincerati dietro uno stretto riserbo ma in paese circolano tante voci sulla sorte di Ruisi.
Come è possibile che un uomo, senza precedenti penali, mai coinvolto in dinamiche criminali, sia riuscito a sparire, riuscendo a scampare alle ricerche di investigatori preparati, a conoscenza del territorio?
E’ la vera domanda che a Valguarnera si pongono, al netto delle strategie adottate da quel che sembra essere la nuova primula rossa siciliana.
Del resto, nel mondo di oggi, i contatti tra persone avvengono attraverso tecnologie che, però, possono essere tracciate. Forse, il 51enne ha deciso di disfarsi di supporti informatici, tra cui telefonini, tablet o pc, resta da capire in che modo stia portando avanti la sua irreperibilità e soprattutto se è aiutato da qualcuno o sta facendo tutto da solo.
Non è possibile, al momento, sapere se sia in Sicilia, del resto non è escluso che dopo il delitto abbia lasciato l’isola per raggiungere un posto dove praticamente non lo conosce nessuno. La sua foto e generalità sono in mano a tutte le questure, commissariati di polizia, caserme e stazioni dei carabinieri di tutta Italia, di certo, se si trova fuori dai confini della Sicilia, gli investigatori non gli danno la caccia.
Si attenderebbe solo un passo falso, incappando, magari, in un posto un controllo. E poi c’è l’altra ipotesi, quella che è proprio in Sicilia, magari non troppo distante da Valguarnera.