A luglio l’incendio al cantiere di Catenanuova del raddoppio ferroviario Palermo-Catania, nelle ore scorse, a distanza di poco più di un mese, l’intimidazione a Centuripe ai danni di un imprenditore. Una sequenza che impressiona molto e suona come un allarme per le tante imprese operanti nel territorio ennese.
La domanda che in tanti si pongono è se siamo in presenza di una recrudescenza del fenomeno e se c’è un disegno criminale. A parlarne, nelle ore successive all’intimidazione a Catenanuova, era stato il presidente della Commissione parlamentare regionale antimafia, Antonello Cracolici che, senza tanti giri di parole, aveva individuato la finalità di quel gesto: “Credo che il tentativo delle organizzazioni criminali e mafiose di agire con obiettivi estorsivi e tentare di condizionale le imprese anche di questo territorio, sia ora in campo”.
Un’affermazione che, tuttavia, non era solo limitata all’episodio di Catenanuova, in effetti Cracolici è stato profetico, considerando quanto accaduto a Centuripe, con il danno, causato con lo scoppio di un incendio, al cantiere di un imprenditore edile. Dietro quest’altro gesto, c’è puzza di mafia, di criminalità organizzata ed uno dei primi ad avvertire il fetore è stato il parlamentare regionale del Pd, Fabio Venezia, che si è recato a Centuripe per solidarizzare con la vittima. “Un segnale inquietante che non ci può lasciare indifferenti” ha tagliato corto il parlamentare regionale del Pd.