Ex provincia, c’è il commissario Madonia ma restano i problemi
Enna-Provincia - 15/09/2023
La nomina del Commissario straordinario del Libero consorzio comunale di Enna, nella persona del dirigente regionale Carmen Madonia, era attesa solo dal personale dipendente e da alcuni addetti alla politica locale. Il deficit istituzionale che si continua a registrare su questa vicenda ha infatti finito per scoraggiare anche coloro che, come noi, si ostinano a suggerire percorsi metodologici per approdare ad una seria e funzionale riforma degli enti di area vasta in Sicilia.
La patata bollente di Schifani
Il Presidente della Regione Schifani, che ha ereditato tutto ciò dalle illuminate scelte fatte dal precedente governo Crocetta, si trova adesso tra l’incudine e il martello. Sa di non potere più prorogare ulteriormente i commissariamenti perché ritenuti incostituzionali ma sa anche di non potere avventurarsi in un ritorno dell’elezione diretta degli organi di governo senza adeguata copertura della normativa statale. Copertura che ad oggi non c’è né sul fronte ordinamentale (legge Delrio) né su quello delle risorse finanziarie.
Se è certamente realistica la copertura di 300 milioni nel triennio 2023/25 che la Regione devolve agli enti intermedi, a cui si sono aggiunti ulteriori 165 milioni sullo stesso triennio attraverso il Fondo sviluppo e coesione, è altrettanto vero che, ad oggi, nessuno, nonostante le rassicurazioni ottenute dal Ministro Calderoli, ha stoppato il prelievo che lo Stato opera nei confronti del gettito finanziario delle Province che
proviene dalla “Rc Auto” e dalla “Imposta provinciale di trascrizione”.
Elezioni di 2° grado
In tale contesto, in cui pesa come una macigno anche la mancata revisione del modello di ente intermedio previsto dall’art. 15 dello Statuto siciliano, l’elezione degli organi di governo si svolgerà certamente nella primavera del prossimo anno 2024, ma sarà un’elezione di secondo grado, che certamente non risolverà i citati problemi ma consentirà di prendere respiro per affrontare senza “orticaria elettorale” la contro riforma annunciata.
Massimo Greco