Ex provincia, l’elezione diretta ed il rischio del tracollo finanziario

Finalmente si comincia a sentire qualche rappresentante della politica che invoca cautela sul ritorno “alla cieca” dell’elezione diretta degli organi di governo degli enti di area vasta. Ai noti problemi ordinamentali, sui quali ci siamo più volte confrontati anche con i più autorevoli giuristi del panorama siciliano, si aggiunge infatti quello, certamente non secondario, di natura finanziaria.

Il caso Siracusa

Le risorse finanziarie devono andare di pari passo con le funzioni amministrative (fondamentali, proprie e delegate) esercitate dagli enti locali in modo da non rendere impossibile lo svolgimento delle stesse come invece avvenuto a Siracusa, costringendo il Libero consorzio comunale a dichiarare il dissesto finanziario.

Le risorse finanziarie

Ciò vale tanto più in presenza di un sistema di finanziamento che dovrebbe essere coordinato con il riparto delle funzioni, così da far corrispondere il più possibile esercizio di funzioni e relativi oneri finanziari da un lato, disponibilità di risorse dall’altro.

Il ddl

Il disegno di legge approvato dalla Commissione legislativa pronto per essere vagliato dall’ARS, invece, senza avere alcuna copertura normativa in ordine all’eventuale interruzione del prelievo finanziario forzoso ad opera dello Stato, fin qui operato a danno delle soppresse Province regionali, e limitandosi a confermare implicitamente le dotazioni regionali finanziarie storiche per l’esercizio delle funzioni, finisce per pregiudicarne lo svolgimento.

Esso, inoltre, collide anche con il principio di buon andamento che implica, da un lato, che le risorse stanziate siano idonee ad assicurare la copertura della spesa, e, dall’altro, che siano spese proficuamente in relazione agli obiettivi correttamente delineati già in sede di
approvazione del bilancio di previsione.

Massimo Greco