Consegnati i lavori all’impresa appaltatrice per la costruzione del nuovo asilo nido che sorgerà nei pressi della ex scuola agraria in contrada Montagna. Un’opera finanziata dal PNRR e che costerà alle casse dello
Stato attorno ai 2 milioni e mezzo di euro. Per la sindaca Draià quella del 4 settembre è una data storica, che va ad aggiungere un’altra opera a quelle già completate. “Solo fatti da parte nostra e non parole- afferma la sindaca- presto la comunità avrà un asilo nuovo di zecca a cui potranno accedere bambini dislocati in altre strutture”.
Il cantiere aprirà in queste ore ed i tempi per la consegna non dovrebbero essere eccessivamente lunghi. E’ lunghissima la storia di questa nuova struttura che sta per essere realizzata di sana pianta. Oggi torna alla ribalta. La vecchia struttura iniziata nel maggio 76’ dall’allora sindaco Giuseppe Giarrizzo e portata a termine nei primi mesi del 1991, ovverossia a distanza di ben 15 anni, sarà abbattuta e ricostruita di sana pianta. Una vicenda, come dire, paradossale, pirandelliana, che dimostra ancora una volta come si sprecano i soldi pubblici in Sicilia. Un capitolo quello dell’asilo nido che ha rappresentato una pagina nera della città, tra fallimenti delle imprese costruttrici, perizie e controperizie di varianti che hanno fatto lievitare i costi sino a quasi un miliardo delle vecchie lire per poi una volta completata l’opera, lasciata alla mercé dei vandali che hanno distrutto tutto quanto vi si trovasse all’interno. Solo dopo la devastazione, l’opera venne recintata e murata. Uno dei motivi per il quale non entrò mai in funzione fu dovuto al fatto che dovevano essere espletati i concorsi per il personale docente ed ausiliario.
Posti di lavoro già previsti nella pianta organica del Comune e finanziati dalla regione siciliana. Sul concorso che doveva essere espletato nacquero forti tensioni tra le forze politiche, sta di fatto che da quel momento di quella struttura costata un miliardo di lire, si persero completamente le tracce. Oggi invece sarà ricostruito di sana pianta. Però, c’è da dire, che negli anni 80-90 l’asilo nido ci stava. Eccome! Erano infatti per Valguarnera gli anni del boom economico con tre floride industrie tessili che costituivano il vanto per l’intera Isola e che davano lavoro a circa 600 maestranze, nella stragrande maggioranza giovani e donne. Quindi c’era l’effettiva esigenza da parte delle giovani madri lavoratrici di un luogo dove lasciare i bambini in tenera età. Oggi, rispetto agli anni 80’, la popolazione residente si aggira intorno ai 7 mila abitanti, il saldo naturale tra nuovi nati e morti è perennemente negativo, si registrano circa 45 nati in un anno e le tendenze demografiche non lasciano intravedere un’inversione di tendenza.
Il progetto denominato “Lavori di ristrutturazione dell’Asilo Nido”, come detto, finanziato con fondi PNRR
per una somma pari a 2 milioni e 500 mila euro, si caratterizza per la costruzione di un “Micronido” (servizio socio-educativo per la prima infanzia che si differenzia dall’asilo nido per la minore capacità di
accoglienza) in grado di ospitare solamente 13 infanti, di cui 5 di età compresa tra 3 e 12 mesi e 8 tra 12 e 36 mesi. La relazione generale del progetto afferma che i servizi verranno garantiti da n. 8 risorse umane
obbligatorie per rendere operativa la struttura di cui 3 educatori, 3 operatori ausiliari e 2 addetti alla cucina; inoltre, oltre ai costi necessari per la costruzione dell’opera, si prevedono ingenti risorse finanziarie
necessarie per la demolizione della struttura esistente. Non sarebbe stato più utile cambiare la destinazione d’uso dell’immobile e partecipare a linee d’intervento finalizzate a finanziare Centri polifunzionali per erogare servizi alle famiglie oppure Centri diurni per anziani? Ci si domanda ancora: L’ente sarà nelle condizioni di garantire il costo delle risorse umane (circa 200.000 euro) e i costi di gestione necessari al corretto funzionamento della struttura? Ed infine. Considerato che si
tratta di un servizio a domanda individuale, a quanto ammonterebbe il costo che le famiglie dovranno sostenere?
Rino Caltagirone