A poco più di 20 giorni dall’inizio del prossimo anno scolastico alcuni Istituti non sono riusciti ad organizzarsi e ciò a causa dei movimenti immobiliari generati dall’accordo tra Comune di Enna e Università Kore per la realizzazione della “Città Universitaria”.
L’incertezza ha generato disorientamento sia nel corpo docenti che tra i genitori. Da parte sua il sindaco Di Pietro ha messo a disposizione tutto il patrimonio immobiliare disponibile per evitare disagi e ripercussioni sulla formazione delle classi a seguito della programmata cessione in comodato d’uso della scuola “G. Pascoli” all’Università Kore.
Ciò nonostante alcuni genitori hanno preferito trasferire i propri figli presso altri Istituti, chiedendo i relativi nulla-osta ai dirigenti scolastici. La normativa prevede infatti che gli interessati possono, a iscrizione avvenuta, optare per altro indirizzo o altra Istituzione scolastica, presentando motivata richiesta di trasferimento. In caso di accoglimento della domanda di iscrizione da parte del dirigente scolastico della scuola di destinazione, il dirigente della scuola di provenienza è tenuto ad inviare il nulla-osta all’interessato e alla scuola di destinazione. Una previsione che, costituendo qualcosa di più di un interesse legittimo e qualcosa di meno di un diritto soggettivo, configura una sorta di autovincolo per l’amministrazione scolastica in ipotesi di assenso al trasferimento dell’Istituto di destinazione.
I margini valutativi di cui dispongono i dirigenti scolastici sono correlati alla sola necessità che il trasferimento di iscrizione non comporti l’attivazione di nuove classi con maggiori oneri a carico del bilancio dello Stato. In sostanza, in presenza della disponibilità al trasferimento dell’Istituto di destinazione, il dirigente dell’Istituto di provenienza può negare il richiesto nulla-osta solo nell’ipotesi, che ovviamente non ricorre per il caso ennese, che le richieste assumano forma massiva e quindi tale da sconvolgere l’organizzazione delle classi.
Massimo Greco