Da una parte l’incendio del mese scorso, che ha messo in ginocchio il traffico aereo in Sicilia nel momento più delicato dell’anno, dall’altro l’attività dell’Etna, che, puntualmente, paralizza l’aeroporto di Fontanarossa. I numeri dicono che lo scalo di Fontanarossa è tra i più trafficati in Italia ma sconta delle fragilità e naturalmente hanno un riverbero su tutta la Sicilia.
Nelle settimane scorse, in piena emergenza voli per lo scoppio del rogo nel Terminal etneo, il docente della Kore, il professor Giovanni Tesoriere, ordinario di strade, ferrovie ed aeroporti, aveva parlato dei problemi strutturali di Fontanarossa, ritenendolo “inadeguato alla futura domanda di trasporto”. Del resto, “l’infrastruttura – aggiungeva il docente – ha mantenuto lo stesso sito sin dalla sua inaugurazione avvenuta il 5 maggio del 1947”.
Sebbene i numeri dei passeggeri che transitano a Catania sia importante, circa 4,5 milioni l’anno, i dati degli altri scali europei, soprattutto quello che vivono di turismo, uno degli asset su cui l’isola intende puntare, sono impressionanti. Prendiamo Palma di Maiorca, l’isola delle Baleari, in Spagna: stando alle statistiche leggibili su https://www.travel365.it/ lo scalo iberico raggiunge la seguente quota passeggeri: 29.721.123. In pratica, non c’è partita, per cui è evidente che da solo lo scalo di Fontanarossa non potrà mai farcela.
Negli anni scorsi, l’allora vicepresidente nazionale di Confindustria, Ivan Lo Bello, paventò un’idea: realizzare un grande scalo aeroportuale nella Sicilia centrale, proprio a metà tra le due aree dell’isola. Una nuova infrastruttura che, nella testa di Lo Bello, avrebbe dovuto aumentare, in modo esponenziale, il numero di passeggeri, provando ad agganciare quelli più importanti, come appunto lo scalo delle Baleari, che rappresenta il cuore pulsante del turismo di quel territorio.
Qualche mese fa, la vicepresidente della sezione Turismo ed Eventi di Confindustria Siracusa, Patrizia Candela, su un’inchiesta della trasmissione Sulle strade di Siracusa del quotidiano regionale BlogSicilia, aveva spiegato che, per aumentare il numero di visitatori sarebbero servite due cose: più traffico aereo e maggiori eventi, specialmente tra ottobre e marzo.
Di uno scalo nell’Ennese se ne parlò anche in un incontro avvenuto nell’aprile del 2019 nei locali dell’Università della Kore di Enna. In quell’occasione si discusse dell’opportunità di un aeroporto intercontinentale nel territorio di Centuripe anche se venne presentato come un ampliamento dello scalo di Catania.
Venne anche spiegato che questo progetto avrebbe previsto la realizzazione di una pista di circa 5 chilometri per consentire l’atterraggio di cargo e jumbo, oltre ad un centro di manutenzione, una stazione di rimessaggio degli aerei.