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Reddito di cittadinanza, vertice tra Regione e Comuni

L’Assessore regionale della Famiglia, delle politiche sociali e del lavoro On. Nuccia Albano ha sentito il bisogno di convocare per oggi l’ANCI, l’ASAEL e i sindacati per discutere la nuova legge di riordino del reddito di cittadinanza e, soprattutto, i riflessi che tale riordino avrà sulle funzioni e le risorse dei Comuni. Sarà certamente l’occasione per affrontare la questione nella sua complessità.

Potenzialmente occupabili

I percettori del RdC sono stati infatti dalla nuova normativa divisi tra coloro, potenzialmente occupabili, per i quali è stata istituita la nuova misura del Supporto per la Formazione e per il Lavoro (SFL) e coloro, nei cui nuclei familiari sono presenti persone disabili, minorenni o persone con almeno sessanta anni di età, che saranno presi in carico dai servizi sociali comunali.

Una distinzione che, di fatto, non tiene più conto delle conclusioni espresse dal Comitato scientifico di valutazione del RdC costituito presso il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali., secondo cui “la misura opera di fatto prevalentemente come uno strumento di contrasto alla povertà sia perché integra redditi insufficienti, sia perché i Centri per l’Impiego cui parte dei beneficiari viene indirizzata non sono generalmente in grado di attuare adeguate misure di politica attiva del lavoro”.

L’indirizzo del Governo

La linea politica del Governo Meloni sembra essersi conformata ad un recente indirizzo della giurisprudenza contabile a tenore del quale “Le numerose condizionalità che contraddistinguono la misura, tutte finalizzate all’inserimento lavorativo del percettore, unitamente al dato letterale del testo normativo, escludono la riconducibilità di tale forma di intervento ad una prestazione di natura prevalentemente assistenziale”.

Secondo tale orientamento, il RdC non è uno strumento di contrasto alla povertà individuale e familiare ma una misura fondamentale di politica attiva del lavoro. A questo punto, e fermo restando la fonte statale delle risorse finanziarie, la distinzione concettuale è dirimente non solo perché aiuta a delimitare il numero dei nuovi beneficiari, ma perché permette di individuare il livello istituzionale a cui assegnare la cura dei correlati interessi pubblici. Se infatti la misura è di tipo assistenziale saranno i Comuni a farsene carico attraverso i servizi sociali, se la misura è di politica attiva del lavoro sarà la Regione a prendersene cura attraverso i servizi regionali per l’impiego.

Massimo Greco

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Redazione