Si allarga il Fronte del no alla costruzione di un’area militare nell’Ennese, pianificato nell’area tra Gangi,
Sperlinga e Nicosia, Comuni con cui il Ministero della Difesa ha sottoscritto un accordo per la realizzazione di un hub addestrativo di circa 34 chilometri quadrati.
In prima linea contro questo progetto c’è il Comitato dei cittadini per la Difesa dell’identità e lo sviluppo che ha trovato alleanze tra i sindacati, le associazioni produttive, ambientaliste e del volontariato: CGIL; Comitato di Liberazione Nazionale; CNA; Confcommercio; Confesercenti; Comitato Tutela Ambiente e Salute; Generazioni Future; Legambiente Circolo Erei; Metamorfosi – Sviluppo del Potenziale Umano.
Insieme hanno redato un documento per spingere i Comuni dell’Ennese a porre degli ostacoli alla realizzazione dell’Hub militare.
“Chiediamo di esprimere – si legge nel documento – pubblicamente e formalmente il vostro NO a qualsiasi forma di militarizzazione del territorio attraverso l’approvazione di un ordine del giorno specifico, di una delibera di Consiglio e la modifica degli Statuti comunali con la espressa indicazione della indisponibilità dei territori ad autorizzare e ad ospitare qualsiasi forma di hub addestrativo, poligoni militari, aree di esercitazione, laboratori biologici, centri di sperimentazione nucleare e luoghi di stoccaggio di armi convenzionali, chimiche, biologiche e nucleari nei territori da voi amministrati. La cittadinanza tutta vi sarà grata per tale gesto di enorme importanza per la tutela e la salvaguardia dei territori e dei suoi abitanti”.
Il Fronte del No fornisce delle motivazioni alla sua posizione. “Il nostro comprensorio non è un territorio vuoto, ma è abitato da comunità vive; è ricco di attività produttive e turistiche, contiene un patrimonio
paesaggistico, archeologico, di storia e di socialità che merita di essere preservato, curato e sviluppato” si legge nel documento.
Nella tesi del Comitato e delle altre associazioni, “i danni ambientali che un hub addestrativo provoca non si possono risolvere con alcun tipo di bonifica, soprattutto se i territori vengono sottoposti per lungo tempo alle attività di esercitazione militare”.
“I danni alla salute, che colpiscono purtroppo anche parecchie reclute, sono ormai un fenomeno tristemente noto: l’aumento di casi di neoplasie tra le popolazioni residenti intorno ai poligoni di tiro sono fatti ormai acclarati” spiegano i firmatari del documento.
Infine, il Fronte del No tocca un altro tema delicato, quello della guerra. ” Considerate – spiegano nel documento – infine quali sono gli scenari geopolitici attuali, che stanno ormai proiettando l’Europa ed il Mediterraneo verso uno scenario di guerra. Oggi, più di prima, la guerra è una scelta del tutto irrazionale, i cui profitti riguardano pochissimi e i cui costi umani ricadono totalmente sulle popolazioni civili. La creazione di un hub o di un biolaboratorio ci esporrebbe certamente a rischi ulteriori”