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Sos incendi, le colpe dei proprietari dei fondi agricoli

Il problema degli incendi forestali in Italia ha dimensioni considerevoli, e questo emerge sia da dati nazionali sia dal confronto con gli altri paesi del Mediterraneo. Ne sa qualcosa il territorio ennese, per via dei roghi che sono scoppiati nelle ultime 48 ore a Regalbuto, nel parco di Floristella e nelle aree di Piazza Armerina e Aidone

La vulnerabilità dei fondi agricoli

Gli incendi sono causati principalmente dagli effetti combinati di condizioni ambientali estreme (i più recenti scenari climatici indicano l’inasprirsi di tali condizioni) e dalla vulnerabilità ai danni da fuoco delle diverse formazioni forestali. Questo secondo fattore aumenta con l’abbandono, il degrado e la mancata gestione sia dei fondi forestali che di quelli agricoli.

Le responsabilità

Intervistato ieri al TG1, il Ministro Musumeci ha affermato che tutte le Istituzioni devono fare la propria parte per prevenire questi fenomeni, ma anche i cittadini sono chiamati a questa responsabilità. Concentrare le risorse esclusivamente sulla lotta anti- incendio non è quindi né efficace né efficiente. È necessario, invece, attuare misure preventive, evitare lo scoppio di incendi e minimizzare le condizioni per la loro progressione. La prevenzione passa attraverso l’educazione al rispetto dei beni comuni, la gestione forestale attiva, la sorveglianza efficace e, solo in ultima ratio, l’intervento di estinzione. Troppi terreni incolti ed abbandonati favoriscono la diffusione di incendi che, invero, potrebbero essere circoscritti e facilmente domabili.

Le colpe dei proprietari dei terreni

Il fatto che numerosi incendi riescano a propagarsi all’interno dei centri abitati delle città, provocando anche vittime, rende evidenti due circostanze: la prima, che difetta l’onere di manutenzione che grava su ogni cittadino proprietario del proprio fondo; la seconda, coessenziale alla titolarità di un fondo rustico e prescritta dalla disciplina europea sugli aiuti agli agricoltori (cosiddetta “condizionalità”), di prendersi cura dello stesso (anche a mezzo di terzi incaricati) osservando le ordinarie pratiche agronomiche e di trarne un reddito agrario anche attraverso la trasformazione dei prodotti agricoli.

I doveri dei proprietari


In tale contesto, andrebbe ricordato che l’apertura di una partita IVA, se strettamente funzionale all’esercizio non professionale dell’attività agricola per il corretto adempimento delle facoltà e degli oneri connessi alla proprietà di un fondo rustico, non è vietata neanche per i dipendenti pubblici nella misura in cui detto esercizio resti limitato e strettamente correlato, quale sua necessaria e ancillare proiezione, al corrispondente assetto dominicale. In sostanza, rispetto a questo scenario in cui non mancano le
incentivazioni pubbliche, è diritto ma anche dovere di ogni cittadino prendersi cura del
proprio fondo rustico.

Massimo Greco

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redazione-vivienna