Troina è un paese di 8500 abitanti. E’ difficile conservare l’anomimato, anche se si sceglie uno stile di vita riservato. Anche se ci si conosce, solo di vista, si sa tutto di tutti. Questo spiega la profonda commozione suscitata nei troinesi, uomini e donne, la tragica fine di Mariella Marino.
A Troina ad oggi non c’è un centro antiviolenza alla quale una donna vittima di maltrattamenti per mano del compagno, marito o fidanzato si possa rivolgere per chiedere e trovare aiuto e protezione. Ci sono alcuni indizi che fanno pensare che possa nascere nei prossimi giorni.
Il sindaco Alfio Giachino ha annunciato che il Comune si costituirà parte civile nel processo per femminicidio contro l’ex marito di Mariella.
Dopo i funerali di Mariella, è molto probabile che ci sarà la fiaccolata in sua memoria e per richiamare l’attenzione di tutti, istituzioni e società civile, sul triste fenomeno sociale della violenza sulle donne. Mariella aveva denunciato il suo ex marito che la minacciava di ucciderla.
”Ma dove sta la protezione delle donne che hanno il coraggio di denunciare?”, si chiede Rita Conticello, che di Mariella fu compagna di scuola. Mariella Zitelli si è fatta un’idea sulle cause di questo femminicidio di Troina: “Secondo me, l’ex marito non accettava la libertà della sua ex moglie, la sua autonomia, il suo lavoro”.
Parlando con la gente di Troina, le reazioni al femminicidio di Mariella raccolte sono riassumibili in due gruppi esemplarmente rappresentate dalle reazioni di Conticello e Zitelli: la donna che denuncia la violenza subìta non è adeguatamente protetta e la persistenza di una cultura maschilista che non accetta la rivendicazione dell’autonomia femminile e di un ruolo paritario uomo- donna perché considera la donna come un oggetto, una preda.
Silvano Privitera