Inaugurato il parco giochi per i figli dei detenuti realizzato all’interno della casa circondariale di Enna. Il progetto, “Giocate per diritto”, finanziato da Impresa sociale con i bambini, coinvolge 8 istituti penitenziari in Sicilia ed è realizzato dalla Uisp Sicilia.
A tagliare il nastro Maria Paola Petracci Mirabelli, responsabile dell’Ente che ha finanziato il progetto, “carattere e valore di un progetto che ricuce i rapporti familiari dei detenuti attraverso lo sport”, ha detto il presidente regionale della Uisp Vincenzo Bonasera.
“Progetto che ci vede coinvolti perché Enna è l’entroterra ma il carcere – ha detto la direttrice della casa circondariale di Enna Gabriella Di Franco – riesce ad avere un dialogo con la società e il territorio. Oggi vediamo i bimbi giocare con i loro papà e questo crea rapporti profondi che è il nostro impegno. Questo non è un solo episodio, ma uno dei tanti impegni portati avanti”.
In Sicilia sono 3000 i bambini figli di detenuti, dai 6 ai 16 anni, 280 genitori, 43 partner tra pubblico e privato, 12 protocolli di intesa, una collaborazione con l’Uepe di Trapani per il sostegno dei genitori si domiciliari e un supporto di consulenza giuridica, a cura di un legale nei casi di separazione.
“Il profumo che i miei figli spruzzano sulle lettere che mi inviano, mi fa sentire vivo”. Il senso dell’emozione di essere genitore dentro il carcere è tutto qui. Si sono raccontati così 4 genitori detenuti nel corso dell’inaugurazione del parco giochi. Il progetto “Giocare per diritto”, è della Uisp Sicilia ed è
stato finanziato da Impresa sociale “Con i bambini” nell’ambito del Fondo per il contrasto della povertà educativa e minorile. I detenuti ristretti ad Enna, hanno partecipato, così come quelli degli altri 7 istituiti penitenziari siciliani, dove si realizza il progetto, ad un corso sulla genitoriale oltre che ad un seminario sull’intelligenza emotiva.
“Abbiamo capito l’importanza di giocare con i nostri bambini che soffrono quanto noi la detenzione – ha detto Michele Cambria, padre di due bambini e ristretto ad Enna. “Il corso genitoriale ci fa stare vicino ai nostri figli. Li possiamo abbracciare – dice Antonio Vasta, padre di due bambine – il fatto di essere detenuti ci fa perdere le piccole cose di ogni giorno mentre ai nostri figli rischia di mancare la figura
paterna di riferimento. Abbiamo vissuto, grazie alla UISP e questo progetto, ci ha permesso di vivere emozioni che non si possono spiegare”.