Garofalo tra Centro studi e politica, “il Pd? Non conosco la linea locale”

A margine della conferenza stampa organizzata nel pomeriggio di ieri all’Università Kore dal
Centro Studi Med. Mez. per le Ricerche e la Documentazione sul Mediterraneo e il Mezzogiorno
“Napoleone Colajanni”, per la presentazione degli atti sulle tre giornate di studio sullo statista
ennese, abbiamo intervistato il suo Promotore e Presidente Paolo Garofalo

È passato poco più di un anno e mezzo dalla costituzione del Centro Studi e l’ultima
produzione è proprio la pubblicazione degli atti del Convegno che diede inizio all’avventura
di Med. Mez.

“Avventura” credo sia il termine corretto. Ero stato più volte sollecitato a “mettere su qualcosa” da
Valentina Rizzo e Salvo Fleres, entrambi con approcci e motivazioni diverse, ma quello che mi
spinse a creare il Centro Studi fu la sensazione che il Centenario della morte di Colajanni sarebbe
passato in sordina, determinando un’offesa non solo all’illustre personaggio ed alla memoria della
politica ottocentesca, ma anche ad una metodologia di ricerca estremamente produttiva, ad una idea
di etica politica sempre più rara e ad una collettività, quella ennese, che deve sempre essere onorata,
perché vale davvero tanto. Ed infatti, è stata l’unica occasione di alto spessore che è stata resa
possibile dalla disponibilità dei soci del Centro Studi, e dal Presidente della Kore Cataldo Salerno
che ha risposto immediatamente alla proposta di mettere su tre giorni di studio prima e la
pubblicazione dopo.


Il Centro Studi è quindi un’esperienza locale?

Per niente. Nasce ad Enna ma ha radici e ramificazioni in Europa e nel Mediterraneo. Ci sono
eccellenti soci, come il Presidente del Parlamento di Malta l’Hon. Anglu Farruggia, e i professori
Matteo Fano dell’École Nationale Supérieure d’Architecture di Marsiglia e Jean-Yves Frétigné
dell’Università di Rouen-Normandie, importante conoscitore e biografo del nostro Napoleone; da
poco è entrata tra i soci Federica La Morella, del Tecnologico de Monterrey in Messico, italiani di
diverse regioni ed ovviamente tanti siciliani ed ennesi. D’altronde, e lo dico con ogni dovuta
proporzione e simpatia, anche Napoleone nasce ad Enna ma aveva contatti in tutta Europa.


Vi siete occupati solo di Napoleone Colajanni?


Potrei dire di si, nel senso che se non è stato lui l’oggetto di studio lo è stato il suo approccio
metodologico, laico e scevro da ogni costringimento intellettuale.
Su Napoleone, assieme al Dipartimento di Studi Sociologici dell’Università di Catania abbiamo
svolto una giornata di studio, insieme, tra gli altri alla professoressa Elena Faraci, tra i più brillanti
conoscitori di Napoleone Colajanni.

Per il resto?

Due rassegne sui diritti umani, con 5 appuntamenti a Troina e una, ancora in corso a San Piero Patti
nel messinese, di 12 appuntamenti; un convegno al Parlamento di Malta insieme all’organizzazione
europea Eumans sull’ambiente e le variazioni climatiche, fatta in occasione dell’incontro
internazionale Cop 27 di Sharm el Sheik; uno studio sul cibo nel Mediterraneo “Nostos” che ha
avuto inizio insieme al Comune di Pedara con la pubblicazione di un libro sul cibo nel periodo
greco romano e che continuerà negli anni successivi; un incontro con la Comunità islamica sulla
figura di Giufà; alcune presentazioni di libri ed ultimamente un convegno col Comune di
Calascibetta sulla figura di Giuseppe D’Angelo.

Per alcuni questo dinamismo intellettuale è sospetto. Serve a preparare una candidatura?

Questa l’avevo già sentita prima delle elezioni regionali, e per questo abbiamo accolto le proposte
dei Comuni del messinese e del catanese. Almeno qualcuno può dire che prepariamo le elezioni
europee. Perché limitarsi? Scusami se me la rido, ma se volessi candidarmi potrei farlo senza fare
acrobazie, ci sono canali ufficiali che ho sempre rispettato. Semplicemente non m’interessa. Da
anni.

Quindi scarpette politiche al chiodo?

Assolutamente no. Non dobbiamo confondere la politica con i partiti o le elezioni. Quelli sono una
parte, importante e fondamentale, ma non sono la totalità della politica. Sto facendo politica ogni
giorno. La stiamo facendo come Centro Studi. La facciamo quando parliamo di Napoleone o di
D’Angelo, di ambiente e di diritti umani, di cibo e di salute. Facciamo e faccio politica ogni giorno,
più di quanto non possa sembrare e continueremo perché riteniamo sia giusto offrire alla società
quello che si ha.


E la politica nel Pd?
Sono uno dei tanti iscritti, osservo nei giornali la linea nazionale, non conosco più quella locale,
collaboro se serve, sono critico quanto basta.

Prossimi appuntamenti?


Col Pd nessuno che mi riguardi direttamente. Col Centro Studi tanti. Un convegno a Messina sul
welfare, la continuazione di Nostos, una rassegna sull’etica della politica a Patti, un convegno sulla
giustizia tra Siracusa e Gela, un master di scuola politica, la pubblicazione su D’Angelo. Per i
prossimi mesi abbiamo che fare. Inoltre è in uscita il mio prossimo libro sui simboli della politica,
questo tratta dei simboli radicali, e starò un po’ in giro a fare qualche incontro sul tema.


Impegnativo ed ambizioso…

Si, certo. ambizioso e possibile.

Buon lavoro allora.

Grazie, e speriamo sia anche divertente come è stato finora.

Massimo Greco