Enna-Cronaca

Stop alle polemiche, serve un nuovo Prg ad Enna

Celebrata la festività della Patrona, accompagnata da uno stuolo di polemiche, è il momento di rientrare nei binari della normalità, differenziando responsabilità e ruoli tra chi è tenuto a dare risposte in forza di uno specifico mandato elettivo e chi queste risposte le attende da anni.

Le polemiche

Ora, se è certamente legittima e democratica la dialettica politica (anche quella dura) che si è registrata in questi ultimi giorni a seguito del rimpasto assessoriale, diverso è invece il rapporto che la politica deve intrattenere con i cittadini. Al netto di una ristrettissima cerchia di cittadinanza attenta alle dinamiche politiche, la maggioranza dei cittadini è solo interessata a ricevere risposte qualitativamente elevate per la propria città. In tale contesto, e ritenendo assorbite dai suggestivi botti d’artificio tutte le polemiche di questi giorni, avvertiamo in capo agli ennesi il desiderio che le diverse e variegate rappresentanze politiche remino tutte nella stessa direzione per raggiungere obiettivi che sono già a portata di mano, il ritardo dei quali finirebbe per far perdere tempo prezioso alla città.

Serve un nuovo Piano regolatore

Fra questi vi è il nuovo piano regolatore generale, i cui passaggi amministrativi sono stati lubrificati dal defenestrato architetto Giovanni Contino (spigoloso, permaloso ma bravo assessore della giunta Dipietro), per essere sottoposto all’ultimo passaggio consiliare. L’approvazione di tale importante strumento urbanistico avrebbe due finalità. La prima, quella di consentire l’immediata attivazione delle attività edilizie ed economiche correlate alla nuova zonizzazione delle relative aree. La seconda, quella di avviare con urgenza un tavolo tecnico per rimodulare l’approvato strumento urbanistico nella prospettiva, sopravvenuta, della “Città Universitaria”.

Appare evidente anche ai non addetti ai lavori, quali noi siamo, che lo sviluppo dei tre abitati (Enna alta, Enna bassa e Pergusa) va ripensato sulla base di una visione che, alla luce dei nuovi fatti, è più vicina di quanto possiamo immaginare.

Massimo Greco

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Massimo Greco