“Porgo pubblicamente i miei migliori auguri alla nuova giunta Dipietro e a tutti gli amici che affronteranno questa nuova esperienza. È innegabile che il segnale politico per il mio partito, Fratelli d’Italia, non risulti essere né costruttivo e nemmeno soddisfacente”. Lo afferma la deputata nazionale di FdI, Eliana Longi, a poche ore dal rimpasto nella giunta ennese del sindaco Dipietro che ha cambiato 5 assessori su 9.
“Probabilmente risponde ad un anomalo schema di alleanza che vede il Movimento per l’Autonomia alleato con Italia Viva e che vuole tagliare, volutamente, i ponti con tutto il resto del Centrodestra ennese e con una componente civica che, in questi 7 anni, ha sostenuto il sindaco Dipietro” aggiunge nella sua analisi la deputata nazionale che imputa a Dipietro di aver deciso di staccare la spina con le altre forze politiche che hanno rappresentanza sia a Roma sia a Palermo.
“Altro elemento che dovrebbe fare riflettere la politica locale – dice Longi – è l’indagare la strana ragione per la quale il sindaco di una fortunata città, che ha ottenuto l’elezione di due deputati nazionali di differente schieramento, scelga di prendere le distanze da entrambe, così come dalle forze politiche rappresentate da due deputati regionali (PD e FI) e da un assessore regionale, anch’essa di FDI. Enna sembra essere diventata la città della politica sottosopra: non si cercano alleanze ma divisioni; non si cercano coperture regionali e nazionali ma si allontanano le figure istituzionali di riferimento”.
Secondo la tesi della deputata di FdI, la scelta politica del sindaco assume connotati curiosi ma sostanzialmente è tradotta anche come uno schiaffo alle donne.
“Il Centrodestra autonomista si allea con il più piccolo partito di Centrosinistra ed elemento, a mio avviso ancora più grave, è l’umiliazione inflitta alle donne candidate nelle liste di Liberamente e Partito per Enna.
“Nella prima lista vi era Giusy Firrandello, la donna più votata, la dott.ssa Marzia Licata – dice la parlamentare nazionale di FdI – professionista affermata, l’avvocato Carmela Mazza, donna preparata e impegnata nel sociale o l’archeologa Lucrezia Di Mattia e via via tutte le altre 10 donne che hanno contribuito a portare più di 1300 voti. Così come, nella seconda lista, altre 14 donne coraggiose che hanno permesso con altri 1300 voti, il nostro successo elettorale”.
“Nessuna di queste 27 donne è stata reputata idonea a ricoprire un ruolo assessoriale, sono state solo portatrici di voti perché la scelta dell’unica donna in giunta è ricaduta su una figura esterna. Nessuna di queste donne probabilmente sarà mai più disposta a ricandidarsi. Sono certa che in futuro la politica ennese, soprattutto quella che si definisce progressista, si chiederà come mai le donne si allontanano dai contesti politici” aggiunge la parlamentare.
” Non condivido questa scelta ed ancor maggiormente non condivido l’aver voluto lasciare fuori dal Consiglio Comunale la componente di Fratelli d’Italia che rappresenta una motivata scelta di agibilità politica per l’amministrazione della città” conclude la deputata.