Sembra questo il motto coniato da docenti ed operatori della storica Scuola media Pascoli ancora oggi ignari degli accordi presi dal Comune con l’Università Kore, a tenore dei quali l’immobile in questione sarà concesso in comodato d’uso all’ateneo per essere destinato a sede universitaria. La lamentela, ovviamente, non nasce dal programmato sfratto ma dalla totale assenza di adeguate informazioni che il Comune, nella qualità di proprietario della Scuola Pascoli, avrebbe dovuto dare alla Scuola. Dirigenza scolastica e corpo docenti, che sono venuti a conoscenza di ciò solo attraverso la lettura dei nostri articoli, gradirebbero essere convocati dal Comune, anche per programmare in tempo utile gli adempimenti di rispettiva competenza.
Il trasferimento di una Scuola infatti, non è soltanto un trasloco di arredi poiché comporta l’adozione di misure complesse finalizzate al reclutamento di risorse umane in relazione, certamente alla tipologia delle aule disponibili, ma anche alle nuove iscrizioni. Queste ultime, che si sono già fatte in termini di preiscrizioni, potrebbero risentire dell’incertezza contingente che orbita intorno alla questione. Peraltro, la prima data del cronoprogramma stabilito tra i due Enti, fissata per lo scorso 13 giugno, è già saltata per approfondimenti in ordine agli organi comunali che saranno chiamati ad esprimere il proprio parere su tutto l’accordo-quadro della “Città Universitaria”. Ma poiché, com’è noto, non ci facciamo mancare nulla, all’assenza totale di adeguate informazioni e al rallentamento generato dalla riflessione tibetana attivata dai vertici comunali, si è pure aggiunta una crisi politica sulla quale preferiamo stendere un velo pietoso per evitare di farci del male. Già, perché come correttamente affermato dal movimento CIVES nei giorni scorsi “Non c’è alcuno scatto d’orgoglio negli ennesi”.
Massimo Greco