avevo ritenuto che, rispondendo alla Sua richiesta di notizie circa l’iter per assicurare all’Umberto I la realizzazione e l’attivazione della sala di Emodinamica, semplicemente elencando il succedersi cronologico dei provvedimenti assunti, bastasse a rendere evidente come non un giorno di tempo si stato perduto. Evidentemente, mi ero sbagliato.
Leggo, infatti, che il proponente dell’interrogazione – peraltro trai più autorevoli componenti del Consiglio – abbia tratto dalla mia risposta conferma della sua preoccupazione. E, dunque, evidentemente mi è necessario e doveroso aggiungere ulteriori elementi che avevo sperato fossero già deducibili dalla mia, volutamente asettica e stringata, nota.
Questo, per tranquillizzare l’opinione pubblica e rassicurarla che, per quel che è dipeso dall’ASP, tutto si è svolto, e continua ad esserlo, con la massima celerità possibile. Non tutto, infatti, dipende da noi e, in gran parte, come avrò modo di spiegare, è legato ad altri attori ed alla situazione di fatto in cui si è inserita la realizzazione dell’Emodinamica.
Dunque, cominciamo.
L’intervento non è stato finanziato nel 2018. Esso, in quella data, è stato originariamente solo pre-selezionato nel Programma APQ Salute 2003. La definizione di tale Programma è ancora subordinato all’accordo con il Ministero della Salute e solo quando questo interverrà, ancora non lo è, potendo sempre essere rimodulato anche il ragione del variare delle risorse disponibili, potrà ritenersi operativo ed il finanziamento realmente concesso.
Infatti, con nota del 5 novembre 2019, ai fini del completamento dell’iter istruttorio, ci aveva chiesto di presentare entro il successivo 20 novembre le nuove schede tecniche “al fiune di consentire a questo Dipartimento di poter formalizzare la proposta di accordo integrativo”. Vedasi allegato 1
Nei termini previsti, abbiamo provveduto a presentare quanto richiestoci. Vedasi allegato 2.
Il 6 febbraio 2020 la Regione, a seguito di incontri svoltisi a Palermo, torna a chiederci ulteriori schede, da presentarsi entro il successivo 15 febbraio. Vedasi allegato 3.
Il 14 febbraio, e dunque entro i termini previsti, presentiamo quanto richiestoci Vedasi allegato 4.
In data 1 luglio 2021 la Regione ci ha comunicato “…Ai fini dell’adozione del provvedimento di ammissione a finanziamento …” (e, dunque a quella data il finanziamento ancora non c’è!) ci chiede di trasmettere una serie di documenti, tra cui il progetto ed il capitolato, che abbiamo provveduto a inviare il 25 febbraio 2022. Vedasi allegato 6
Il successivo 13 maggio, non avendo avuto riscontro, e stante l’urgenza di provvedere, abbiamo chiesto, in attesa della formalizzazione del finanziamento, di poter essere autorizzati ad eseguire i lavori, anticipando sul bilancio aziendale i necessari fondi. Vedasi allegato 6 bis.
Il 13 settembre dello stesso anno abbiamo reiterato la richiesta. Come si sa, in assenza di fonti di finanziamento certo e definitivamente concesso, non è possibile avviare alcuna procedura di gara. Vedesi allegato 7.
Il 15 settembre 2022 la Regione riscontra la nota di richiesta ed autorizza l’Azienda ad eseguire “i lavori in argomento anticipando le somme necessarie con i fondi del proprio bilancio aziendale, che poi saranno accreditate non appena ricevuto il finanziamento”. Vedasi allagato 8.
Dunque, è chiaro, ed inconfutabile, che a quella data, 15 settembre 2022, il finanziamento ancora non c’era e che l’Azienda, invece di stare a guardare, si è adoperata per poter essere subito messa in condizione di operare.
E lo ha fatto con deliberazione 1857 del 23 dicembre 2022, fissando la scadenza per la presentazione delle offerte per il successivo 13 marzo.
Data la complessità del progetto, la disponibilità di un tempo congruo per l’utilizzazione dei chiarimenti richiesti per la definizione della proposta, alcune ditte hanno richiesto, come è loro diritto, la proroga del termine di scadenza, richiesta che, per poter favorire la maggior partecipazione e trasparenza della gara, è stata portata al 14 aprile u.s.
Ciò nonostante, la gara è andata deserta. E poiché la possibile motivazione di ciò è da ricercare nell’insufficienza sopravvenuta del finanziamento, l’Azienda è tornata a deliberare una nuova gara, provvedendo ad integrare il finanziamento con 750.000 (sperando ne servano assai meno) del proprio bilancio, proprio per la ferma volontà di arrivare comunque e quanto prima alla realizzazione dell’opera.
Come è nostro dovere fare e stiamo facendo.
Si aggiunga, ancora, che la realizzazione della sala di Emodinamica, anche quando avessimo potuto intervenire con immediatezza, è subordinata al completamento di altri due lavori che stanno interessando il nostro Ospedale. Se prima non vengono completati questi, o almeno quello dell’UTIN, non è possibile avviare l’Emodinamica.
Quando il nuovo Ospedale fu realizzato, non si erano previsti spazi per l’Emodinamica. E per farla, abbiamo dovuto prima procedere a realizzare lo spostamento e rifunzionalizzazione di atrii spazi, proprio per poter inserire in un edificio già abbastanza saturo, una nuova funzione prima non prevista.
L’emodinamica, infatti, prenderà il posto dell’attuale Rianimazione che, portata da 8 a 16 posti, sarà trasferita al posto dell’UTIN, e quest’ultima, i cui lavori di sono di prossimo completamento, verrà realizzata accanto alla Ostetricia, anche per valorizzare le opportune sinergie tra le due strutture.
Non è solo, dunque, dell’Emodinamica che ci siamo occupati, ma di una nuova, ampia e prestigiosa UTIN e di una nuova e più capiente Rianimazione, proprio per rendere l’Ospedale in grado di poter ospitare l’Emodinamica.
Insomma. Potevamo fare ancora prima? No. Non c’era ancora il decreto di finanziamento e, soprattutto, mancava il luogo in cui fare l’Emodinamica. Quando questo stava per liberarsi, e non per caso, ma per chiara scelta strategica, abbiamo potuto bandire la gara.
Sono certo che quanto sopra contribuirà a cancellare nell’opinione pubblica l’allarme per i presunti ritardi nella realizzazione dell’importante servizio e determini la serena consapevolezza come l’Emodinamica si accompagna ad un più generale processo di crescita della quantità e qualità della nostra offerta sanitaria.
Francesco Iudica
Commissario Straordinario