Ex consigliere provinciale della Dc, legato a Salvo Lima, nel 1991 aveva anche tentato di farsi eleggere all’assemblea regionale siciliana. Secondo gli inquirenti sarebbe stato posto a capo della mafia di Enna per diretta investitura di Bernardo Provenzano. Fu arrestato per la prima volta a novembre del 1992 (operazione Leopardo 1) e condannato, nel 2004, come mandante di un delitto. Nel 2018 gli fu dato il permesso per un intervento chirurgico a Catania e per i successivi domiciliari nella stessa città, ma i carabinieri del Ros accertarono che Bevilacqua stava continuando a intrattenere rapporti diretti con alcuni boss della sua cosca. Ros dei carabinieri avevano però documentato che dai domiciliari continuava a guidare la cosca, incontrando nel suo appartamento esponenti della mafia di Barrafranca e Pietraperzia. Così a luglio del 2020 era scattata l’operazione Ultra, coordinata dalla Dda di Caltanissetta, con 46 misure di custodia cautelare tra le quali quella a carico di Bevilacqua che era quindi tornato in carcere.
Due mesi fa il giudice di sorveglianza di Milano accordò il trasferimento in ospedale.