Catania. La scelta del Fratellino Trantino per la carica di Sindaco
di Massimo Greco
Alla fine il centro-destra sembra essersi compattato sul nome di Enrico Trantino da offrire ai catanesi per la carica di Sindaco. La trattativa è stata lunga e impegnativa ma, del resto, non si è trattato di stabilire il candidato ma, più realisticamente, di individuare direttamente chi dovrà fare il Sindaco di Catania visto che il centro-destra vincerà certamente a mani basse, soprattutto dopo l’uscita di scena di Enzo Bianco. Ciò che però ci incuriosisce è sapere come si sia arrivati a tale nominativo. Che la scelta ricadesse sul partito della Meloni non vi erano dubbi, come dubbi non vi sono mai stati circa l’inopportunità, in terra siciliana, di una candidatura marcatamente targata Lega. E quindi la trattativa è stata tutta interna a Fratelli d’Italia, partito che, oltre ad esprimere il Presidente del Consiglio dei Ministri, risulta dotato di un vasto consenso elettorale e di una classe dirigente catanese di primo ordine. Ai più noti Fratelli Musumeci e Stancanelli si sono aggiunti Pogliese, Razza e Messina i quali, pur avendo intessuto una propria ed autonoma interlocuzione politica sul binario Palermo-Roma, hanno già manifestato (a torto o a ragione) di essere divisivi. Ecco perché dal cilindro è uscito il Fratellino Trantino, figlio del più noto Enzo storico protagonista della destra politica catanese. Se questi sono i fatti, non possiamo non evidenziare due questioni che, a nostro avviso, rappresentano una vera e propria anomalia per un grande partito di governo: l’assenza dell’organizzazione partitica e del correlato dibattito culturale e programmatico. E, verosimilmente, è questa la differenza con la sorellastra Alleanza Nazionale che, nonostante non avesse mai superato il 12% di consensi elettorali, poteva contare su una capillare organizzazione di partito fondata sui congressi. Il partito di Fini era infatti co-governato dai “colonnelli” che a capo delle rispettive correnti contribuivano ad animare il dibattito culturale e politico attorno alla destra politica uscita da Fiuggi, tracciandone anche lo sviluppo programmatico. Ad oggi Fratelli d’Italia, di cui ancora si sconosce la vision, si presenta invece come un contenitore di eletti nei diversi livelli istituzionali (Stato, Regioni e Comuni) governato su base verticistica da satelliti familiari orbitanti attorno alla leader Giorgia Meloni.
Le decisioni, comprese quelle importanti delle candidature, vengono quindi prese non sulla base di percorsi, esperienze e competenze oggettivamente maturate all’interno del partito politico ma sulla base di filiazioni che spesso risentono di vecchie ruggini e di ripicche parentali. Alla domanda “Oggi come va?”, Albano e Romina avrebbero così risposto, “Nostalgia, nostalgia canaglia…”