Gagliano. Dopo quattro anni (l’ultima fu nel 2019), torna la processione del Venerdì Santo.
La pandemia aveva fermato il rito secolare, suggestivo, ed ora i quattro simulacri fanno rivivere la Passione di Cristo come un tempo. Oggi, alle 16,30, in Chiesa Madre, la solenne azione liturgica con la deposizione di Gesù dalla croce. Dopo averlo adagiato nella bara di vetro, alle 19 ha inizio la processione dei quattro simulacri: Cristo alla colonna, Crocifisso, Gesù nella bara e Madonna Addolorata. Ciascuno esce dalla sua chiesa di appartenenza: Annunziata, San Giuseppe, Chiesa Madre, Sant’Agostino, e proseguiranno tutti insieme, con incedere barcollante, in processione lungo la via Roma. Il corteo si dispiega in un’atmosfera di struggente silenzio, rotto solo dal pianto accorato dei cantori del “popolomeo” e dai colpi funerei del tamburo. Le quattro statue sono portate a spalla e, al termine della processione, l’arciprete Pietro Antonio Ruggiero grida, dal pulpito di piazza Monumento ai caduti, parole di conversione che scuotono gli animi della folla silente.
L’ultimo struggente atto è il saluto addolorato della Madre al Figlio. Maria si pone dinanzi a ciascun simulacro rappresentante le diverse fasi della Passione e, con un commovente inchino, dà l’ultimo addio, a cui risponde il Figlio traballante. Dopo aver visto partire da piazza Monumento tutti i simulacri e aver rivolto l’ultimo saluto, la Madonna lascia la piazza e intraprende il suo cammino solitario. Inconsolabile, con la spada che le trafigge il cuore, torna nella chiesa Sant’Agostino, seguita dal pianto dei cantori.
All’ingresso la attendono delle fiaccolate, a rappresentare il fiume di lacrime da lei versate in questa angosciante giornata di lutto.
Da sempre la processione è seguitissima per l’irresistibile forza emotiva che si tramanda di generazione in generazione.
Valentina Ferrera