È ciò che è accaduto ad una signora di Troina, che qualche giorno fa, ha perso il padre mentre si trovava ricoverato presso l’Ospedale Basilotta di Nicosia.
“Mi telefonano per dirmi che mio padre era morto e che stavano procedendo a trasferirlo in sala mortuaria, racconta la signora che preferisce rimanere nell’anonimato. Quando arrivo, però, non lo trovo. Salgo in reparto per sapere dove fosse e mi viene risposto che ancora non era stato spostato, la sala mortuaria era già occupata”.
La sala mortuaria dell’ospedale di Nicosia si trova a piano terra accanto al reparto di emodialisi, di fronte a un ingresso dove il via vai di pazienti, parenti e anche bambini, è continuo. È una stanza divisa in due da una vetrata. Da una parte un corridoio, dall’altra una stanza un po’ più grande.
“Mio padre una volta sceso dal reparto viene posto in uno stanzino dove a malapena entra il feretro, io devo stringermi più che posso per poter stare con lui, continua la signora. Devo aspettare le 14.30, quando va via l’altro defunto, per uscire dallo stanzino e illudermi di dare a mio padre una collocazione più dignitosa. Lo spettacolo che mi si pone davanti mi raggela. Da un lato, un tavolo di marmo sporco di sangue, sotto un bidone della spazzatura stracolmo, accanto un paio di sedie di plastica rotte e sporche, mura scrostate e molto altro”.
Difficile capire come si senta chi deve dare l’ultimo saluto ad un proprio caro, e spera di poterlo fare nel modo più decoroso possibile.
“Al dolore per la perdita, si aggiunge la consapevolezza che non vi è rispetto per la morte e per la dignità di nessuno, spiega la signora. Nei reparti ospedalieri viene vietato di stare vicino a chi sta morendo e chi muore solo, non trova pace neanche dopo la morte. Se continuiamo nell’indifferenza e nel silenzio non saremo mai motivo di riflessione e di miglioramento di quei servizi che sono diritto di tutti”.
Sandra La Fico