C’è poco da gioire per il Cir (Centro intercomunale di raccolta differenziata dei rifiuti) di Gagliano Castelferrato che, costruito e abbandonato, doveva rappresentare, per la provincia di Enna, un modello innovativo per la raccolta differenziata. L’impianto, cofinanziato dalla Comunità europea, costato 4.281.893 euro, è stato collaudato nel 2008.
Ma di quel collaudo e di quella ambizione oggi non resta nulla. L’enorme struttura realizzata in contrada Mongemino si presenta in balia di enormi arbusti ed erbacce. Come si ricorderà, il sistema progettuale del Centro di raccolta, già brevettato per le sue innovazioni, è unico nel suo genere in Sicilia e anche nel resto d’Italia. Un progetto che prevedeva l’avvio, dopo un periodo di sperimentazione, di un nuovo sistema di tariffazione individualizzata e agevolata basato sul principio “Chi più differenzia, meno paga”. Insomma, un impianto di raccolta all’avanguardia “da porre a beneficio delle popolazioni dei comuni di Agira e Gagliano e, successivamente, da estendere a tutti i Comuni della zona nord della provincia, che doveva differenziare ben 13 frazioni merceologiche di rifiuti che rappresentano più del 90 % del rifiuto urbano”.
Se fosse stato messo in funzione, avrebbe portato alla drastica riduzione dei rifiuti da smaltire in discarica con la conseguente riduzione dei costi di smaltimento a beneficio di un evidente abbassamento della tariffa per gli utenti. È uno spaccato davvero inquietante quello che emerge sugli investimenti che si sono fatti in provincia di Enna in nuove tecnologie per il trattamento dei rifiuti e non solo. Anche perché, se gli impianti, le strade e le strutture che si realizzano si abbandonano, è chiaro che più di qualcosa non funziona nell’intero sistema.