Il cappellano del carcere di Enna, ancora detenuto, ha chiesto di essere ridotto in stato laicale
Enna-Cronaca - 04/11/2022

Rosario Buccheri – foto ilsecoloXIX
Dinanzi al Tribunale del Riesame di Caltanissetta si è svolta –ieri- l’udienza per giudicare la richiesta di arresti domiciliari “in convento” avanzata dal difensore di padre Buccheri, il penalista Nino Grippaldi del foro di Catania, Il Tribunale di Libertà si pronuncerà entro mercoledì 9 novembre. In aula l’avvocato non ha contestato i “gravi indizi di reità” che sono stati posti alla base dell’ordinanza di custodia cautelare in carcere, il sacerdote ha confessato, pur dando delle spiegazioni che non hanno convinto il Gip e provando a convincere i magistrati, di esser stato costretto da persone non identificate a cedere la droga a un detenuto, minacciando di far del male ad alcuni suoi familiari – ma l’altro elemento essenziale dell’ordinanza, ovvero le esigenze cautelari.
La polizia penitenziaria – che lo ha arrestato in flagrante – aveva rinvenuto armi, denaro e biglietti, alcuni dei quali dalla valenza inquietante perché provenienti da un catanese appartenente al clan dei Santapaola.
La difesa ha puntato sulla circostanza che al sacerdote non sia stato trovato altro stupefacente, quindi una condotta episodica legata al fatto che padre Buccheri avesse quel ruolo di cappellano del carcere in quel momento, ruolo che oggi non ha più perché è stato sospeso dal vescovo. Non vi sarebbe, in pratica, o non ci sarebbe più alcun pericolo di “reiterazione del reato”, riconosciuto dal Gip all’esito dell’udienza di convalida.
Ieri il sacerdote, dal carcere di Agrigento dove è detenuto, ha avviato la pratica per abbandonare il clero, con una lettera al Santo Padre ed all’Ordine Francescano per essere ridotto allo stato laicale.