E come invertire la marcia? Non si può, ci si dispera quando si sbatte con la triste verità e, così ci immaginiamo il cardinale Martini, si sospira quell’ultima frase in cui si dice di “pregare” per la Chiesa. Ma non servono più neanche le preghiere perché sono inutili e inascoltate e la Chiesa, anzi chi la compone (e non veniteci a dire che sono una minoranza), fa di tutto o per avere degli schiavi mentali oppure meglio per averli nemici anticlericali da isolare perché il potere subdolo di questa millenaria istituzione è stato quello di tramutare il rogo di Giordano Bruno nelle fiamme più cattive dell’isolamento e del “farci sentire sbagliati”. Ma non siamo noi sbagliati. Chi sogna una Chiesa povera, una Chiesa per i diritti di tutti, una Chiesa che non lasci indietro nessuno, una Chiesa che non sia opulenza o arroccata nella forma degli incensi o degli ori o dell’8×1000 ma nella sostanza di stare al fianco della povera gente e difenderla dalle ingiustizie che i primi “professionisti di questa Chiesa” infliggono a tutti noi, quei sognatori stanno semplicemente chiedendosi se il messaggio di Gesù è ancora valido o è solo buono come citazione erudita. Ed è inutile dire che si è esagerati e che magari il tutto deve essere ascrivibile a qualche sparuto soggetto. È tutto il sistema Chiesa malato perché chi subisce un’ingiustizia da un “Uomo di Chiesa” oppure denuncia una situazione di malessere generale causato da un certo andazzo da quelli che ormai più che pastori sono divenuti “Burocrati” o ancor meglio “Funzionari autoreferenziali di Cristo” non deve uscirne con le ossa rotte e vedere le ferite curate con i pochi arnesi di un modesto parroco di “campagna” (perché, fortunatamente, esiste una minoranza ancora “sana”) ma deve essere aiutato dai vertici e che tanto amano predicare bene dai balconi o dietro quel punto più basso mai toccato che è l’infallibilità per poi, quando è tempo di agire, dinnanzi alle richieste d’aiuto della povera gente preferisce fare come Pilato e lavarsi le mani demandando tutto di nuovo a qualche parroco di campagna modesto.
Ora basta!
Questa società sta pagando anni e anni delle angherie dell’istituzione Chiesa. Per colpa di questi uomini “mandati dal Signore” abbiamo dovuto assistere alle Crociate, alla caccia alle streghe, allo sterminio dei popoli precolombiani con annessa cultura, alla morte di Giordano Bruno, all’abiura di Galileo Galilei e poi, beffa delle beffe, dovremmo anche dire “grazie” ad un Papa che se ne esce con uno “Scusate, abbiamo sbagliato” quando proprio non si può fare a meno e l’acqua per lavarsi le mani non basta viste le incrostazioni putride di millenni di storia votata all’oscurantismo (e volendo essere un pochettino provocatorio, perché ad altri non è stato concesso, dopo aver fatto uno sterminio, di dire “scusate, abbiamo sbagliato” con annesso battito di mani?). Quante vittime di questi uomini di Chiesa, e non stiamo parlando solo di coloro che hanno lasciato la vita, ma anche la dignità nel vedersi azzittiti, gridano vendetta? Tanti, troppi per essere ancora troppo indulgenti con gli uomini di Chiesa. Abbiamo bisogno di prendere coscienza che gli “Uomini mandati dal Signore” (se non dalla Provvidenza) per la maggior parte sarebbe stato meglio che fossero stati restituiti al Mittente con la dicitura “francobollatura insufficiente”. Ma sotto sotto noi confidiamo che il Mittente è talmente grande da conoscere bene che cosa è diventata questa Chiesa, che di certo non può essere degna sposa se prima non va a risistemarsi. E che, in fin dei conti, non si può demandare il rapporto intimo tra il singolo e la trascendenza ad un soggetto terzo che ne voglia dettare le regole.
Ma non dobbiamo disperare. Esiste una minoranza nella Chiesa che è ancora sana e che funziona. Ma è grande minoranza e serve una presa di coscienza di tutti che ci faccia comprendere che preti e vescovi sono persone come noi e sbagliano come noi e non sono intoccabili e che quindi dobbiamo scandalizzarci ferocemente quando qualcosa non funziona, quando la gestione è più vicina più ad un feudo che ad una diocesi, e che questa Chiesa, fatta di pietre, la si deve distruggere per ricostruire.