«Il Piano nazionale di ripresa e resilienza – prosegue Emanuele Gallo – ha obiettivi ambiziosi che spaziano dalla digitalizzazione, alle rinnovabili, dalla riforma della Pubblica Amministrazione, alla semplificazione in materia di appalti. Non secondari gli investimenti per il sociale. Che si voglia o no il ventaglio delle opportunità è ampio e non approfittarne sarà il peggior servizio reso alle nostre bisognose comunità. Molte amministrazioni comunali lamentano la pochezza delle risorse economiche. Questa carenza dovrebbe però spingerle ad accelerare i processi di collaborazione con enti sovracomunali che hanno competenze in vari settori. Non ho notizie di protocolli d’intesa siglati con i consorzi universitari di Agrigento e Caltanissetta o con l’Università Kore di Enna come non mi risultano azioni che coinvolgano gli ordini professionali degli ingegneri, geometri, architetti e geologi o i sindacati che rientrano fra i soggetti attivi individuati dal Mise».
Emanuele Gallo non vede altra alternativa di successo «alla partnership pubblico-privato, fondamentale per rafforzare la fiducia tra i diversi attori, per far leva sulla capacità della pubblica amministrazione locale di collaborare con le imprese per la promozione competitiva del territorio e del suo benessere, per realizzare misure efficaci locali di sviluppo sostenibile. Per rendere efficiente il Pnrr si dive inoltre puntare alla semplificazione della fase burocratica, considerata il freno delle progettualità, come ripetutamente evidenziato da molti sindaci. Infine non c’è progetto efficace se non condiviso con enti e soggetti che hanno strumenti e competenze per comprendere gli effetti che le scelte adottate avranno su territori molto carenti come sono i comuni dell’area Sicilia centrale. La ripresa ha bisogno di una spinta collettiva che non può prescindere dalla partecipazione e dalla consapevolezza dei cittadini, che siano soggetti pubblici, privati o imprenditori».