La storia delle miniere di zolfo, le “solfare”, principale risorsa economica nelle province di Caltanissetta, Agrigento ed Enna nella Sicilia del XIX e XX secolo. Temi e luoghi che nei giorni scorsi hanno richiamato oltre 60 partecipanti alle due giornate del workshop “I Minerali delle Solfare Siciliane: memoria storica e geologica dell’isola” organizzato dal Comitato Scientifico Regionale CAI Sicilia con la collaborazione del Dipartimento di Scienze biologiche, geologiche e ambientali dell’Università di Catania e con il Piano Nazionale Lauree Scientifiche Geologia di Catania.
Strettamente legati alla storia geologica, culturale ed economica della isola, i giacimenti di zolfo appartengono a una formazione sedimentaria, nota come “serie gessoso-solfifera”, affiorante nell’area circummediterranea e che nella Sicilia centrale raggiunge spessori notevoli, non a caso ne ha permesso lo sfruttamento economico.
Il workshop è stato ospitato la prima giornata nel Parco Minerario Floristella Grottacalda a Valguarnera, mentre la seconda giornata nella Riserva naturale orientata Capodarso ed Imera meridionale e al Museo di Mineralogia e paleontologia “Mottura” di Caltanissetta.
Nelle due giornate sono stati trattati, attraverso seminari tematici ed escursioni guidate, gli aspetti naturalistici, geologici, sociali ed economici delle solfare siciliane, e la loro memoria storica: dai “carusi” delle solfare, all’attualità dello sfruttamento dei bambini in miniera nelle diverse parti del mondo (come ad esempio in Congo ed India), dalle proprietà ed utilizzi dello zolfo e dei minerali di origine evaporitica nell’industria e nella vita quotidiana, alla storia dell’estrazione dello zolfo in Sicilia e alle motivazioni e vicende che hanno portato al declino di queste attività. Fino a toccare i temi delle opere letterarie esistenti, ispirate alla storia delle solfare, delle prospettive per un geoturismo e per la valorizzazione delle miniere e dei siti estrattivi.
I lavori sono stati aperti dalla prof.ssa Rosalda Punturo dell’Università di Catania, direttore del progetto e componente del comitato organizzatore insieme con i docenti dell’ateneo catanese Rosolino Cirrincione e Rosanna Maniscalco.
«Il workshop, oltre a costituire un momento di ricerca, formazione e divulgazione, obiettivi dei comitati scientifici e mission dell’università, ha posto le basi per future collaborazioni tra l’Università di Catania, il Parco Minerario Floristella Grottacalda e il CAI – ha spiegato la prof.ssa Rosalda Punturo -. È stata registrata un’importante adesione con 60 partecipanti, appartenenti alle sezioni Cai di Acireale, Belpasso, Bronte, Catania, Cefalù, Giarre, Palermo e Pedara».
Nel corso del workshop sono intervenuti Piero Patti (presidente dell’Ente Parco Floristella), Francesco Lo Cascio (presidente del GR CAI Sicilia), Giuseppe De Giorgio (presidente del CSR CAI Sicilia), Angelo Spitaleri (presidente dell’Alpinismo Giovanile del CAI), Francesco Del Campo (presidente del Soccorso Alpino e Speleologico Siciliano), Carmelo Bartolotta (Direttore della RNO Capodarso ed Imera meridionale) e Antonino Gullotta (Componente del CSC CAI).
Le relazioni durante al workshop sono state affidate ai docenti dell’ateneo catanese Rosalda Punturo, Rosolino Cirrincione e Rosanna Maniscalco, al docente dell’Istituto Sebastiano Mottura di Caltanissetta Enrico Curcuruto, alla referente alpinismo giovanile CAI Sicilia Enrica Piera Paola Messina, al presidente del Parco Minerario di Floristella – Grottacalda Pietro Patti, al direttore della Riserva naturale orientata di Monte Capodarso Carmelo Bartolotta e al vicepresidente del CSR Sicilia Gianluca Chiappa.