“Calcio in crisi? Si riparta seriamente dai settori giovanili”
Come si crescono i giovani del settore giovanile?
Prima di tutto – dice Colajanni- bisogna formare un grande scouting, per pescare i talenti giusti, poi avere una struttura idonea per lavorare bene. Per ciascuna fascia d’età, un ingrediente fondamentale: “Ai più piccoli si insegnano le basi, avendo molta attenzione sulla tecnica e coordinazione. È un’età in cui i bambini sono molto aperti a ricevere i segnali che poi influiranno sul loro modo di giocare”. Step 2: “La crescita fisica. Dai 13 ai 16 anni il corpo cambia e bisogna prendervi confidenza: si lavora anche fisicamente. Per me è un momento fondamentale, perché è qui che si può cominciare a intuire chi ha le qualità per continuare nelle varie categorie. Per ora, la tattica rimane un tema secondario, diventerà piu importante più avanti. La cosa principale rimane la libertà di fare e di scoprire. Vedere dei ragazzi coraggiosi in campo, con la voglia di saltare l’uomo e di essere padroni del gioco, è qualcosa su cui insisto molto”. Nell’ultima fase comincia un calcio più vicino ai grandi. Si lavora anche sui sistemi di gioco e sulla mentalità. Che un giorno farà la differenza”.
L’ allenatore e gli osservatori – aggiunge Colajanni – devono cercare nelle aree limitrofe. L’obiettivo principale è quindi sul valorizzare talenti locali, in zone vicine.C’è sempre una linea sottile tra la crescita dei giocatori e la competizione. Ci sono in media circa 100/150 giocatori nel settore giovanile, dai 7 ai 19 anni. L’idea è di creare un giocatore tecnico, adatto a giocare in ogni situazione o posizione, in base alle necessità della squadra o del frangente di gioco. C’è una forte attenzione sulla tecnica di base e sulla fase di avanzamento della palla oltre la propria meta’campo.Il processo di sviluppo della tecnica individuale del giocatore è stato utilizzato in vari paesi come Italia, Spagna, Germania, a livello giovanile. L’importanza di far crescere un insieme di giocatori tecnicamente e tatticamente preparati è la chiave dietro al successo nel creare giocatori che possano giocare nei vari club. Le abilità individuali sono in cima alle priorità del progetto che più stimola i nostri sentimenti calcistici. Ci sono anche programmi d’allenamento speciali, basati sul ruolo del giocatore e sulla posizione che ricoprirà in campo, che permette ai giocatori di ridurre il margine tra l’Under 18 o la Primavera e la Prima Squadra. Laterali, finalizzatori, centrocampisti d’attacco, ecc. sono inseriti in programmi di allenamento specifici per la posizione che andranno a ricoprire nella Prima Squadra. Avere un metodo scientifico di monitorare ogni singolo dettaglio e produrre giocatori dotati tecnicamente e capaci di gestire ogni situazione e stile di gioco. I giocatori spendono tempo con la palla, l’attrezzo dominante dev’essere il pallone.