Via libera nella notte dal Consiglio dei Ministri a un decreto che nell’ambito dell’emergenza Covid-19 mira a contenere gli effetti negativi sullo svolgimento dell’attività giudiziaria e a potenziare il Servizio sanitario nazionale. Il provvedimento è stato proposto dal premier Giuseppe Conte e dai ministri della Giustizia Alfonso Bonafede e della Salute Roberto Speranza.
Per quanto riguarda le norme in materia di potenziamento del Servizio sanitario nazionale (SSN), il decreto prevede “l’assunzione di medici specializzandi, secondo le norme specificate nel decreto stesso, da destinare allo svolgimento di specifiche funzioni; il conferimento straordinario di incarichi di lavoro autonomo a personale sanitario in quiescenza; la rideterminazione dei piani di fabbisogno del personale delle aziende e degli enti dell’SSN; l’incremento delle ore della specialistica ambulatoriale”.
Inoltre il provvedimento interviene in materia di “potenziamento dell’Istituto superiore di sanità; potenziamento delle reti di assistenza territoriale; istituzione di aree sanitarie temporanee; assistenza a persone e alunni con disabilità; disposizioni per garantire l’utilizzo di dispositivi medici per ossigenoterapia; misure di semplificazione per l’acquisto di dispositivi medici”.
Sulla giustizia il decreto, tra l’altro, prevede che, fino al 31 maggio 2020, i capi degli uffici giudiziari o, in alternativa, i presidenti titolari di sezione del Consiglio di Stato, il presidente del Consiglio di giustizia amministrativa per la Regione siciliana e i presidenti dei tribunali amministrativi regionali e delle relative sezioni staccate, sentiti l’autorità sanitaria regionale e il Consiglio dell’Ordine degli avvocati, adottano le misure organizzative, anche relative alla trattazione degli affari giudiziari, necessarie a consentire il rispetto delle indicazioni igienico-sanitarie adottate con i provvedimenti normativi e attuativi di contrasto alla diffusione del COVID-19, al fine di evitare assembramenti all’interno dell’ufficio giudiziario e contatti ravvicinati tra le persone”. In considerazione della necessità di riorganizzare le attività, il decreto prevede, dalla data di entrata in vigore, “l’applicazione per 15 giorni del regime di sospensione feriale”. “Dopo queste due settimane, dal 23 marzo si applicheranno le misure organizzative decise dagli uffici giudiziari fino al 31 maggio. Abbiamo deciso di non creare un periodo troppo ristretto, che avrebbe avuto poi necessità di una proroga. Ciò non toglie che se l’emergenza si concluderà molto tempo prima, man mano che la situazione migliorerà, gli uffici giudiziari potranno lavorare ordinariamente. È quello che ci auguriamo e lavoriamo senza sosta per questo”, ha spiegato il ministro della Giustizia Alfonso Bonafede.
(ITALPRESS).
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