Palazzetto dello sport di Pietraperzia: una cattedrale nel deserto

Chi si trova a percorrere la strada che da Barrafranca porta a Pietraperzia, lungo un rettilineo, a sinistra vede una struttura recintata, chiusa, con il terreno in preda a delle erbacce. Si nota subito che si tratta di una struttura mai utilizzata ma che è anche imponente in quella zona. In effetti da più di dieci anni quella struttura esiste, avrebbe dovuto essere il palazzetto dello sport per Barrafranca e Pietraperzia, solo che non è stata mai utilizzata e non ci sono movimenti per cercare di ripristinarla e consegnarla al mondo dello sport pietrino e barrese. Il palazzetto è stato realizzato dalla Provincia regionale, presidente allora era Elio Galvagno, avrebbe dovuto essere anche teatro visto che all’interno oltre al piano di gioco c’è anche il palcoscenico solo che sino a questo momento ne l’amministrazione comunale pietrina ne quella barrese hanno fatto passi avanti per poterla attivare e metterla a disposizione delle società sportive o delle compagnie teatrali. Non è un problema finanziario perché i finanziamenti per rimetterlo in sesto sono a disposizione. Il Credito Sportivo da decenni concede contributi sostanziosi a tasso zero per la rimessa in esercizio di strutture sportive, basterebbe che le due amministrazioni comunali di Pietraperzia e Barrafranca decidessero di intervenire per dare ai giovani dei due comuni la possibilità di avere un impianto al coperto dove praticare attività sportiva. “Bisogna dare la giusta finalità della struttura – sottolinea il sindaco di Pietraperzia, che completa il suo mandato a maggio (n.d.r: cosa ha fatto in questi 5 anni?) – Evitare di spendere soldi inutilmente. Occorre adeguare l’impianto, realizzare l’accesso, servire alle attività scolastiche e l’Istituto Comprensivo Guarnaccia ha la qualità per gestirlo”.

“E’ venuta a mancare una politica che si attenta ai bisogni del territorio – dichiara il sindaco di Barrafranca – Il palazzetto potrebbe diventare un importante luogo di aggregazione e promuovere lo sport in un territorio depresso, e potrebbe essere un volano di sviluppo”.